di Redazione
Il Governo ha voluto mettere mano a questioni irrisolte all’intermo dei Comaparti Difesa e Sicrezza, approvando un emendamento alla manovra finanziaria che porterà nelle tasche degli operatori delle forze di polizia e delle forze armate, mediamente 194 euro lordi mensili; ma è anche intervenuto sul calcolo di un sistema pensionistico più vantaggioso. In aggiunta, si prevede l’introduzione di polizze sanitarie per coprire le spese mediche del personale in uniforme.
Le tabelle del Dipartimento della Funzione Pubblica indicano che al 2025, gli aumenti medi in busta paga saranno di 187 euro per un poliziotto, 189 euro per un carabiniere, 179 euro per una guardia carceraria, 194 euro per un finanziere, 172 euro per un militare dell’esercito, 189 euro per uno della marina e 192 euro per uno dell’aeronautica.
L’emendamento alla manovra finanziaria che è stato presentato dal governo alla Commissione Bilancio del Senato prevede altri 105 milioni di euro, sommati al miliardo e mezzo già destinato per gli aumenti contrattuali all’interno dei fondi complessivi di 5 miliardi dedicati all’intero settore pubblico. Di questi, circa 32 milioni saranno destinati nella contrattazione al salario accessorio, soprattutto per valorizzare i servizi di natura operativa, affrontando così la questione delle ore straordinarie non remunerate, problematica che ha particolarmente interessato la Guardia di Finanza e le Forze Armate.
Un’altra quota, pari a 38,3 milioni di euro, sarà destinata alla stipula di polizze assicurative per la copertura sanitaria e infortunistica complementare, garantendo copertura alle esigenze di salute dei dipendenti e dei loro familiari a carico.
Novità sul calcolo dei contributi pensionistici
L’aspetto più rilevante dell’emendamento riguarda il regime previdenziale per poliziotti, carabinieri, militari e vigili del fuoco. Per coloro che vanno in pensione dal 1° gennaio 2022, è previsto un calcolo più vantaggioso del montante contributivo accumulato, con l’obiettivo di aumentare l’importo delle pensioni. Questa scelta, contraria a quanto fatto per altre categorie come medici, infermieri, maestri e dipendenti degli enti locali, è giustificata dalla pensione anticipata, mediamente a 60-62 anni, che comporta minori versamenti contributivi nel corso della carriera. In un contesto di calcolo totalmente contributivo dell’assegno, ciò potrebbe tradursi in pensioni più basse, pertanto, l’emendamento prevede l’aumento del coefficiente di trasformazione del montante contributivo.
Tuttavia l’impegno finanziario potrebbe risultare insufficiente, con i 10 milioni di euro attualmente stanziati che coprono solo le pensioni previste fino al 2025. Una cifra più significativa, pari a 1,7 miliardi di euro, sarebbe necessaria entro il 2033 per coprire tutti i poliziotti e i militari che lasceranno il lavoro. Tuttavia, maggiori certezze sono presenti sugli aumenti salariali una volta che il nuovo contratto sarà firmato.
I commenti del ministro della Difesa Guido Crosetto
“La notizia mi riempie di soddisfazione, confermando l’adempiimento a un impegno assunto dal Governo durante uno degli ultimi Consigli dei Ministri, un impegno a cui personalmente ho dedicato grande attenzione”. Così afferma il ministro della Difesa Guido Crosetto, in merito all’emendamento del governo che prevede un finanziamento iniziale di 100 milioni per il comparto sicurezza e difesa, specificando che “nel corso dell’esame parlamentare, seguiranno ulteriori stanziamenti“.
“Oltre al rinnovo dei contratti del pubblico impiego, inclusi quelli nel settore difesa e sicurezza, l’emendamento del Governo – sottolinea Crosetto – assicura risorse supplementari per migliorare i trattamenti pensionistici, la tutela sanitaria e altri benefici per i membri delle forze armate e delle forze dell’ordine“. Secondo il ministro, “gli incontri tenuti nelle scorse settimane con i Cocer e i rappresentanti delle associazioni sindacali dei militari, presieduti dal presidente del Consiglio, Meloni, e da me insieme a diversi colleghi, testimoniano l’impegno tangibile di questo Governo nei confronti degli uomini e delle donne in divisa”.
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