(di Andrea Pinto) Di fronte alla confusione che si è creata intorno alla legge di Emanuela #Corda, una legge considerata dalla stessa relatrice “storica” per i militari, abbiamo ritenuto opportuno chiedere alcuni chiarimenti al presidente del #Sindacato Italiano Militari – #Aeronautica Militare (SIM AM), Sinibaldo Buono. Chiarimenti ritenuti necessari poichè la scorsa settimana in Commissione Difesa, sono stati presentati emendamenti (#Lega, #Forza Italia e #PD) a dire dei vari sindacati militari “pretestuosi” che hanno fatto saltare il tavolo e messo la maggioranza di governo in serie difficoltà.
Presidente Buono chiarisca ai lettori e ai tanti militari che ci scrivono in redazione lo stato attuale del processo legislativo sulla sindacalizzazione dei militari e le criticità che lei ravvede nella nota proposta di legge “Corda”.
Buono – D’istinto mi sento di dire: “Fermiamo la trasformazione della Rappresentanza Militare in Sindacato a pagamento chiedendo il ritiro immediato della proposta di Legge Corda”. “Aprite gli occhi perchè è una trappola”.
Non è questa, aggiunge Buono, né una presa di posizione politica, né un esercizio comunicativo fine a se stesso. Il personale deve essere informato che, se non verrà ritirata la proposta di Legge Corda, dato il suo percorso al ribasso all’interno della Commissione Difesa con emendamenti e sub emendamenti estremamente negativi per tutto l’impianto stesso, i militari nei prossimi anni non avranno più una Rappresentanza Militare (Cocer, Coir e Cobar), bensì un Sindacato che avrà gli stessi poteri ma che sarà, per legge, a pagamento. Non facciamoci distrarre dalle polemiche mediatiche sollevate dai partiti che, dopo aver licenziato la Legge in Commissione, si stanno in questi giorni rimbalzando l’accusa di non tenere ai diritti dei cittadini con le stellette.
La questione che vuole sfuggire ai più è un’altra, precisa Buono. L’impianto stesso della Legge Corda prevede infatti, nella cornice delineata dalla sentenza 120/2018 della Corte Costituzionale che ha finalmente legittimato le associazioni sindacali tra i militari, l’abolizione contestuale della Rappresentanza militare (tanto che molti coceristi sono già col doppio cappello di sindacalista).
Allora dov’è il vero problema?
Buono – “Senza una Rappresentanza Militare, il personale si ritroverà costretta a pagare, con la delega sindacale prevista per legge, per far sentire la propria voce.
A chi converrà?
Buono – Agli Stati Maggiori che potranno confrontarsi con Sindacati sterili e annacquati (o sodalizi come già qualcuno ama chiamarli), al Dicastero che risparmierà l’esorbitante cifra che annualmente viene destinata alla Rappresentanza Militare (in rete si trovano facilmente relazioni che parlano di cifre molto consistenti…..milioni di euro….), ma non di certo i cittadini con le stellette. La politica in questo avrebbe dovuto aiutarci, non l’ha fatto e ce lo aspettavamo. D’altronde, facendo buon esercizio di quello che dicono i saggi russi, “quando il ghiaccio è sottile ..pattina veloce” e in questo caso i Partiti, nessuno escluso, stanno pattinando velocissimo anzi, hanno deciso di non pattinare proprio.”