(di Massimiliano D’Elia) Il direttore uscente della Central Intelligence Agency, Mike Pompeo, è apparso ieri in audizione di fronte al Senato Usa per confermare i rapporti informativi dello scorso febbraio dove veniva detto che le truppe degli Stati Uniti hanno ucciso più di 200 soldati russi in Siria. Secondo fonti del Pentagono statunitense, lo scontro armato ebbe luogo il 7 febbraio, quando una forza governativa siriana di 500 uomini attraversò il fiume Eufrate ed entrò nel territorio controllato dai kurdi nella regione nord-orientale di Deir al-Zour in Siria. Le forze curde supportate dagli Stati Uniti nell’area, hanno risposto con il fuoco dell’artiglieria, mentre gli aerei militari statunitensi hanno lanciato attacchi contro le forze governative siriane. Queste ultime si sono ritirate verso l’Eufrate dopo aver subito pesanti perdite. La parte americana stimava che il conflitto aveva lasciato sul terreno 100 morti, con altri 200-300 feriti. Il bilancio in seguito salì a diverse centinaia di morti.
In una conferenza stampa tenuta poco dopo lo scontro armato, il segretario alla Difesa americano James Mattis ha rifiutato di commentare la vicenda di guerra, che ha definito “sconcertante”. Bloomberg ha detto che all’epoca i funzionari americani erano “in trattative” con le controparti russe “in cerca di una spiegazione per quello che era successo”. Ieri, tuttavia, Pompeo ha riconosciuto che le truppe americane hanno ucciso centinaia di russi a Deir al-Zour. Il direttore uscente della CIA stava parlando davanti a una commissione del Senato degli Stati Uniti, durante un’udienza relativa alla sua nomina a servire come prossimo segretario di stato americano. Stava dicendo che l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva sempre mantenuto una linea dura sulla Russia, con riferimento alle recenti espulsioni di 60 diplomatici russi dagli Stati Uniti.
I commenti di Pompeo sono stati visti dai media come un riconoscimento di un alto funzionario del governo statunitense dell’incidente di Deir al-Zour, che è rimasto avvolto nel mistero da quando è successo.
Non e’ un caso infatti che da giorni il Pentagono e lo Stato Maggiore Russo si stiano confrontando in anticipo sugli obiettivi da colpire durante la recente escalation, dopo l’attacco chimico a danno della popolazione civile.