Sochi è stato un successo e pare che abbia iniziato un processo di riorganizzazione delle situazioni rimaste appese, anche quelle storiche come le Alture del Golan. Bashar Assad si è detto pronto, dopo aver parlato con Vladimir Putin, a discutere la realizzazione di un’area demilitarizzata fino a 40 km dalla linea di separazione dei territori annessi da Israele nel corso della Guerra dei sei giorni. Lo riporta il quotidiano kuwaitiano al Jarida, rilanciato dall’israeliana Arutz Sheva.
Inoltre, Assad è pronto a valutare uno statuto autonomo per i Curdi e i Drusi nel paese mediorientale, puntando, ha affermato un funzionario dello Stato ebraico che vuol restare anonimo, verso una stato federale.
Di tutto questo Putin ha parlato, successivamente, con Benjanmin Netanyahu, trovando nel primo ministro israeliano la disponibilità a discutere le proposte siriane con i responsabili della sicurezza in Israele. Ma, ha aggiunto la fonte, Netanyahu ha sottolineato la necessità che sia Hezbollah che le unità dei pasdaran iraniani lascino la Siria.
Teheran, sostiene il funzionario israeliano, “continua a giocare con il fuoco” e Israele attaccherà le sue infrastrutture entro i 40 km dell’area pianificata. Vladimir Putin, dunque, prosegue con un lavoro che punta a recuperare il ruolo russo in Medio oriente. Si tratta, ha spiegato oggi il suo portavoce Dimitry Peskov al canale televisivo Rossiya, di una “maratona diplomatica, che andrà avanti, in un modo o nell’altro” e proprio l’incontro con Assad a Sochi “ha contribuito in modo molto significativo al successo del vertice” sul Mar Nero tenuto con il presidente turco, Recep Tayyp Erdogan, e quello iraniano, Hassan Rohani.
Il Golan fu conquistato da Israele il 9 giugno 1967: è il ministro della Difesa Moshe Dayan che dà il via all’offensiva sulle Alture del Golan, un’operazione pianificata da tempo. La zona venne pesantemente bombardata e successivamente conquistata dalle truppe di terra israeliane, mentre i soldati siriani si ritiravano verso Damasco.
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