Malgrado le truppe siriane, con il supporto di quelle russe, abbiano strappato la città di Deir Ezzor all’Isis, i jihadisti sunniti sono ancora attivi nella provincia.
È di poche ore fa infatti la notizia dell’esplosione di un autobomba nella provincia di Deir Ezzor che ha provocato decine di morti tra i profughi che vivevano sulla riva orientale del fiume Eufrate in una zona dove sono presenti diversi giacimenti petroliferi. Non è la prima volta che i militanti IS provocano incendi nella zona, sempre secondo l’osservatorio, il mese scorso, 18 persone sono rimaste uccise da esplosioni ed incendi provocati dall’Isis.
La notizia è stata divulgata dall’osservatorio siriano dei diritti umani che ha comunicato anche la notizia della morte di quattro bambini, di cui tre gemelli, a seguito dell’esplosione di un proiettile avvenuta in una zona boschiva nei pressi della citta di Jan Shijùn che si trova al confine della Turchia. Secondo quanto riportato dall’osservatorio i tre gemellini erano nati in un campo profughi turco nel 2012 e portavano il nome e cognome del presidente della Turchia: Recep, Tayyip e Erdogan in onore di una visita del leader che, nel campo dove viveva la famiglia, li prese tra le braccia.
Foto di archivio