Secondo quanto riferito dall’Ong siriana, sarebbe almeno 37 i civili rimasti uccisi durante un raid compiuto dall’aviazione del regime siriano che ha colpito un rifugio nella Ghouta Orientale, enclave ribelle alle porte di Damasco, teatro dallo scorso 18 febbraio di una violenta offensiva aerea e terrestre delle truppe governative, costata al vita a centinaia di civili.
il rifugio, situato nella cittadina di Arbin, sarebbe stato colpito con “bombe al napalm”. “Aerei militari hanno bombardato con bombe incendiarie napalm un rifugio dentro il quale erano nascosti dei civili ad Arbin”, una delle ultime sacche ancora controllate dai ribelli nell’enclave.
Secondo un primo bilancio, ancora provvisorio, si tratta per la maggior parte di donne e bambini. In un comunicato diffuso sulla propria pagina facebook il gruppo dei Caschi Bianchi ha precisato che “Nella Ghouta Orientale i civili non possono uscire dai rifugi a causa dell’intensità dei raid aerei del regime e della Russia sulla zona”.
Uno spiraglio arriva dal cessate il fuoco annunciato da una delle milizie anti-governative della Ghouta, a est di Damasco, che secondo quanto riferito da alcune fonti presenti sul terreno siriano rappresenta un primo passo verso un accordo di resa col governo.