Secondo quanto riportato da Nova la delegazione del governo siriano ha abbandonato i colloqui di pace condotti dalle Nazioni Unite a Ginevra, affermando che non parteciperà alle sessioni in programma la prossima settimana a meno che l’opposizione non ritiri la dichiarazione che chiede al presidente Bashar al Assad di non avere alcun ruolo nel governo ad interim del dopoguerra. “Per noi (questo) round è finito, come delegazione governativa”, ha dichiarato ieri sera ai media il responsabile della delegazione governativa siriana Bashar al Jaafari, al termine di una giornata di colloqui. In un’intervista rilasciata all’emittente “al Mayadeen”, il diplomatico siriano ha dichiarato facendo riferimento al documento firmato la scorsa settimana dai gruppi di opposizione riuniti a Riad e che chiede l’uscita di scena di Assad fin dall’inizio del processo di transizione: “Non possiamo impegnarci in una discussione seria a Ginevra, finché la dichiarazione di Riad non viene ritirata”. Rispondendo ad una domanda sul possibile ritorno della delegazione nella città svizzera la prossima settimana, Jaafari ha risposto che decideranno le autorità governativa, ribadendo che la dichiarazione di Riad è “una mina” sulla strada per Ginevra, accusando l’opposizione di aver deliberatamente minato i negoziati. “Il linguaggio con cui è stata redatta la dichiarazione è stato visto da noi, dal governo siriano, così come da altri paesi, come un passo indietro piuttosto che un progresso, perché ha imposto una sorta di precondizione”, ha detto. “Il linguaggio è provocatorio e irresponsabile”, ha aggiunto il diplomatico siriano.
Nei gironi scorsi la delegazione governativa si era inizialmente rifiutata di confermare la sua presenza a Ginevra per il 28 novembre, ma ha comunque deciso di partecipare giungendo con un giorno di ritardo, dopo aver ottenuto alcuni concessioni, compreso il mantenimento del destino di Assad fuori dal tavolo negoziale. Lo stesso inviato speciale dell’Onu per la Siria, Staffan de Mistura ha invitato l’opposizione a settembre ad avere un approccio realistico soprattutto alla luce delle sconfitte sul terreno, esortando entrambe le parti ad affrontare i colloqui senza precondizioni. L’opposizione, che ieri ha avuto brevi colloqui con i funzionari delle Nazioni Unite , ha respinto l’accusa di Jaafari, sottolineando invece di voler cercare una “soluzione politica”. “Siamo arrivati a questo round senza condizioni preliminari”, ha detto ai giornalisti il portavoce dell’opposizione Yahya al Aridi. “Ora, non tornare è una precondizione in sé. È un’espressione o un riflesso di una responsabilità verso le persone che soffrono da sette anni “, ha detto Aridi, facendo riferimento alla posizione della delegazione governativa.
Ieri, Nasr Hariri, capo negoziatore dell’opposizione, ha dichiarato ieri di essere giunto a Ginevra per avere colloqui seri e diretti con il governo di Assad. Finora, le delegazioni del governo e dell’opposizione non hanno avuto incontri faccia a faccia in nessun colloquio di pace siriano. Le sessioni si sono tenute in stanze separate, utilizzando come mediatori i funzionari delle Nazioni Unite. “Chiediamo alla comunità internazionale di esercitare pressioni sul regime affinché si impegni con questo processo”, ha detto Hariri in una dichiarazione. Lo scorso 30 novembre, de Mistura ha detto che i colloqui dureranno fino al 15 dicembre, ma la delegazione del governo potrebbe tornare a Damasco per “consultarsi” prima di una ripresa delle sessioni probabilmente il prossimo 5 dicembre.
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