Secondo quanto riportato dall’agenzia Nova, vi è grande attesa per il vertice trilaterale sulla Siria che si terrà oggi a Sochi, in Russia, e a cui prenderanno parte i presidenti di Russia, Iran e Turchia, rispettivamente Vladimir Putin, Hassan Rohani e Recep Tayyip Erdogan. L’incontro è stato preceduto da una riunione tenutasi ieri, sempre a Sochi, dei capi di Stato maggiore dei tre paesi – rispettivamente Valerij Gerasimov, Mohammad Baqeri e Hulusi Hakar – i quali hanno discusso i recenti sviluppi in Siria. Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa iraniana “Irna”, durante l’incontro i tre capi di Stato maggiore hanno esaminato la situazione in Siria alla luce degli accordi raggiunti durante i colloqui di pace ad Astana, in Kazakistan. I funzionari hanno anche discusso della situazione in corso nelle quattro zone di sicurezza in Siria e dell’osservanza del cessate il fuoco tra le varie fazioni siriane. Al centro dei colloqui anche la lotta al terrorismo e le vittorie contro lo Stato islamico.
Gli ultimi sviluppi nella regione mediorientale, in particolare l’annuncio da parte dell’Iran e degli alleati sciiti della sconfitta dello Stato islamico sul piano territoriale, rendono il vertice di oggi un appuntamento di fondamentale importanza per comprendere le posizioni di forza nella Siria e nell’Iraq post-Is, che vedono in vantaggio la Russia e l’asse sciita. In Siria la vittoria contro il sedicente califfato ad Al Bukamal da parte dell’esercito e delle milizie filo-iraniane appoggiate dall’aviazione russa, e le maggiori possibilità di controllare il territorio, hanno posto in secondo piano la riconquista di Raqqa delle Forze democratiche siriane (Sdf), i combattenti curdo-arabi sostenuti dagli Stati Uniti, episodio dall’alto valore simbolico, ma che presenta forti incertezze nell’economia di guerra, considerata la pressione contro le forze curdo-siriane da parte della Turchia nel nord della Siria, dall’esercito dello stesso Assad e anche dalle forze irachene che controllano ormai le aree di confine dell’Iraq con Siria e Turchia in precedenza in mano ai guerriglieri curdi Peshmerga.
In Iraq il sostegno della Coalizione internazionale contro lo Stato islamico ha consentito agli Stati Uniti di mantenere un ruolo nell’area, ma l’assenza di uomini sul campo, fatta eccezione per i consiglieri militari, e l’indebolimento dei Peshmerga curdi dopo il caos seguito al referendum sull’indipendenza della regione autonoma del Kurdistan iracheno ha aumentato il ruolo decisivo delle Unità della mobilitazione popolare, milizie a maggioranza sciita, e quindi il ruolo delle forze filo-iraniane.
Il vertice trilaterale sulla Siria è stato segnato dalla visita a Sochi del presidente Bashar al Assad. Accogliendo il capo di Stato siriano, Putin si è congratulato “per i risultati raggiunti dalla Siria nel contrasto ai gruppi terroristici”, aggiungendo che il popolo siriano “ha affrontato sfide molto difficili” e che “si sta avvicinando l’inevitabile e definitiva sconfitta dei terroristi”. Secondo Assad, le Forze aerospaziali russe hanno aiutato a promuovere una soluzione politica alla crisi siriana. “Sono molto felice di incontrarla due anni e qualche settimana dopo che la Russia ha lanciato l’operazione, che è stata di grande successo”, ha detto il presidente siriano, ammettendo che “questa missione ha promosso una soluzione politica per la Siria” e che la “Russia ha contribuito in questo processo in varie direzioni, soprattutto sulla base del rispetto della Carta dell’Onu che sostiene la sovranità e l’indipendenza di qualsiasi Stato”, ha detto Assad.
“In questo periodo sono stati raggiunti importanti successi, sia sul campo di battaglia che in termini politici. Diverse aree della Siria sono state liberate dai terroristi, e i cittadini siriani che erano stati costretti a lasciare queste zone vi hanno potuto fare ritorno”, ha aggiunto il presidente siriano. Putin ha espresso la speranza che la lotta al terrorismo in Siria possa terminare nel prossimo futuro. “Ci sono diversi problemi dettati dal terrorismo in tutto il mondo, in Medio Oriente e, in particolare, in Siria. Ma l’obiettivo principale è stato raggiunto e presto saremo in grado di affermare che lo abbiamo scacciato via”, ha detto Putin. Con Assad, inoltre, Putin ha discusso dell’organizzazione di un Congresso del popolo siriano a Sochi ascoltandone le “valutazioni” sullo stato attuale e sulle prospettive della situazione sul terreno. Il processo politico che, secondo il presidente russo, si potrà svolgere sono gli auspici dell’Onu che sarà coinvolto attivamente in tutte le attività. “Penso che la cosa più importante sia, certamente, passare a un processo politico”, ha detto Putin esprimendo “soddisfazione” per il fatto che Assad si sia detto “pronto a lavorare con tutti coloro che vogliono la pace”.
In questo quadro Assad ha auspicato che la Russia sostenga le autorità di Damasco per garantire che non vi siano interferenze nel processo politico in Siria. “Le influenze esterne dovrebbero essere limitate a sostenere il processo che dovrebbe essere guidato dai siriani stessi”, ha detto Assad, ringraziando ulteriormente Putin per avere “salvato la Siria in qualità di Stato sovrano”. Il capo dello Stato russo ha sottolineato in questo senso l’importanza delle zone di sicurezza che hanno aperto la strada a un dialogo comprensivo con l’opposizione. “Grazie al processo di dialogo di Astana abbiamo creato le zone di sicurezza, che sono servite per la prima volta a iniziare un concreto e profondo dialogo con l’opposizione”, ha detto Putin. I colloqui fra i due presidenti sono durati circa quattro ore secondo quanto riferito dal portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, e hanno affrontato – come emerso dai colloqui – differenti temi legati alla crisi in atto in Siria.