Le Nazioni Unite hanno invitato le parti belligeranti in Siria a smettere di prendere di mira i civili nella capitale e nei suoi dintorni, dove negli ultimi giorni sono state uccise decine di persone a causa dei violenti bombardamenti. Damasco è in gran parte controllata dal regime di Bashar al Assad. I ribelli controllano le località nella regione del Ghouta orientale, vicina alla capitale. Gli scontri tra le due parti si sono di recente intensificati.
Ali Zaatari, coordinatore dell’Onu per gli aiuti umanitari ha dichiarato: “da qualche giorno, abbiamo rapporti quotidiani che riferiscono di civili uccisi o gravemente feriti, senza scordare che magazzini, ospedali e scuole sono state messe fuori uso da questi bombardamenti, in particolare a Damasco e nel Ghouta orientale – tutti i belligeranti devono evitare di prendere di mira i civili”.
L’esercito siriano ha intensificato i suoi bombardamenti sulle zone ribelli vicine a Damasco da quando un gruppo radicale ribelle ha attaccato una delle sue basi. Da allora, almeno 66 civili tra cui 13 bambini sono morti per i raid aerei e i colpi di artiglieria del regime sul Ghouta orientale, secondo i dati dell’Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh), un’ong che dispone di una vasta rete di fonti nel Paese in guerra. Almeno 281 persone sono inoltre rimaste ferite.
Parallelamente, almeno 16 persone sono morte nel lancio di razzi ribelli su Damasco, secondo l’Osdh. “Le Nazioni Unite sperano che un “cessate il fuoco” sia instaurato immediatamente insieme con un corridoio umanitario messo in sicurezza al fine di evacuare feriti, malati, persone anziane oltre che bambini”, ha dichiarato Zaatari.
Il Ghouta orientale è considerato “una zona di de-escalation”, ossia dove i belligeranti sono impegnati a ridurre il livello delle violenze. Queste zone sono state create in virtù di un accordo tra Russia e Iran, principali sostenitori del regime.