È prevista per il prossimo martedì l’apertura dell’ottava sessione di colloqui intersiriani.
Staffan de Mistura, emissario speciale dell’Onu per la Siria, ha fissato per l’ordine del giorno quattro argomenti di discussione cha ha presentato come dei “cestini”. Tre di questi figurano nella risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza dell’Onu, adottata nel 2015, e il quarto, sul terrorismo, è stato aggiunto nel 2017 su insistenza di Damasco.
La risoluzione 2254 chiede una “gouvernance credibile, inclusiva e non settaria” in Siria. Per l’Alto Comitato ai Negoziati (Hcn), componente più dura dell’opposizione, questa parola significa “transizione politica” con le dimissioni del presidente siriano Bashar al Assad. Una linea rossa da non superare per i negoziatori di Damasco che rifiutano di discutere del futuro del capo dello Stato. Secondo l’Onu questa questione sarà al centro di questo ottavo round.
Gli esperti dei due campi sono già al lavoro da diversi mesi per la stesura di un nuovo testo, sotto l’egida dell’Onu. Nella sua risoluzione il Consiglio di sicurezza aveva previsto elezioni “con il più alto grado di trasparenza sotto la supervisione Onu” a metà 2017. Questo calendario era ottimista ma l’Onu non dispera di avanzare sul tema anch’esso al centro dei colloqui.
Questo dossier è stato imposto dai negoziatori di Damasco a inizio anno. Il capo della delegazione siriana, Bashar al Jaafari, aveva fino ad oggi qualificato i rappresentanti dell’opposizione, in particolare quelli dell’Hcn, come “terroristi”. Per l’opposizione, si tratta solo di un artificio per evitare di parlare del futuro del presidente Assad.