Gli ultimi sviluppi in Siria sono stati al centro del colloquio telefonico avvenuto nella tarda serata di ieri, 11 aprile, tra i capi di Stato di Turchia e Usa, Recep Tayyip Erdogan e Donald Trump. Lo riferisce l’agenzia di stampa turca “Anadolu”. Erdogan e Trump hanno discusso “dell’attuale crisi in Siria” e hanno convenuto di “rimanere in stretto contatto sulla situazione”. La conversazione tra i presidenti di Turchia e Stati Uniti e’ giunta mentre appare sempre piu’ probabile un intervento militare internazionale contro la Siria, guidato dagli Usa. L’iniziativa intende rispondere al presunto attacco chimico che ha colpito Douma, localita’ a est di Damasco nell’area di al Ghouta, tra il 7 e l’8 aprile scorso. A causa del bombardamento chimico, piu’ di 70 abitanti di Douma sono morti e oltre 1.000 sono rimasti feriti. Alcuni Stati, come Usa, Francia e Regno Unito, ritengono il governo siriano responsabile del presunto attacco chimico contro Douma e intendono fornire una risposta militare. In un messaggio pubblicato sul suo profilo Twitter nella giornata di ieri, Trump ha affermato che missili “belli, nuovi e intelligenti” arriveranno sulla Siria. Il canale di comunicazione tra Russia e Stati Uniti in vista dell’attacco americano alla Siria è attivo. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Non e’ comunque in programma, ha aggiunto, un colloquio telefonico tra Vladimir Putin e Donald Trump. Il Cremlino ritiene “assolutamente necessario” evitare una escalation in Siria. “Crediamo – ha detto il portavoce, Dmitry Peskov – che determinati passi possano avere un effetto estremamente distruttivo sull’intero processo siriano. Nel frattempo la premier britannica Theresa May ha ordinato di spostare i sottomarini nel raggio d’azione missilistico della Siria per un’eventuale azione contro il regime di Bashar Al-Assad che “potrebbe iniziare già questa notte”. A riferirlo è il Daily Telegraph, aggiungendo che May ha convocato per oggi una riunione di gabinetto di emergenza. La Gran Bretagna e’ spaccata a meta’ sulla scelta ormai scontata del governo conservatore di Theresa May di partecipare, al fianco degli Usa di Donald Trump e assieme alla Francia di Emmanuel Macron. Ma e’ in netta maggioranza contraria all’intervento se questo dovesse sfociare in uno scontro diretto con la Russia. Lo rivela un sondaggio commissionato da SkyNews secondo il quale l’idea dei raid viene giustificata da un 37% e avversata da un 36%, mentre di fronte all’ipotesi di un contraccolpo con Mosca la proporzione cambia radicalmente: il 48% e’ contro, solo il 28 a favore e il resto esita. Si tratta di numeri che sembrano dare argomenti alla richiesta dell’opposizione laburista di Jeremy Corbyn di un passaggio parlamentare prima della decisione finale del governo. Decisione che invece la premier May non intende procrastinare e che secondo tutte le attese arrivera’ in giornata con il semplice ok del Consiglio dei Ministri convocato in queste ore, come ‘gabinetto di guerra’, in riunione d’emergenza.