(di Andrea Pinto) Domani mattina il sottosegretario ai Servizi, Franco Gabrielli riferirà al Copasir sulla vicenda dei presutni finaziamenti russi a partiti e dirigenti politici di circa 20 Paesi stranieri. L’allarme è stato lanciato dagli 007 di Washington sul ‘soft power‘ esercitato da Mosca, trasferendo segretamente dal 2014, anno dell’occupazione della Crimea, oltre 300 milioni di dollari a partiti, dirigenti e politici di oltre una ventina di Paesi.
Il presidente del Comitato parlamentare (Copasir), Adolfo Urso sulla vicenda ha detto che “al momento non esistono notizie che ci sia l’Italia” tra i Paesi coinvolti, “ma le cose possono sempre cambiare”.
Ieri il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Ned Price, ha detto: “condivideremo con i paesi alleati le informazioni classificate di intelligence raccolte sulle attività della Russia per influenzare i processi politici nelle democrazie“.
Il rapporto classificato Usa, scrive Repubblica, è stato redatto dal Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca ed è composto da una combinazione di informazioni di intelligence e open source.
La logica del dipartimento di Stato, spiegata a Repubblica da un funzionario americano: “Non entreremo in specifiche informazioni di intelligence, ma siamo stati chiari sulla nostra preoccupazione per l’attività della Russia per influenzare il processo democratico in vari paesi del mondo, inclusi gli Stati Uniti. La nostra preoccupazione per l’attività di Mosca in questo senso non riguarda un paese, ma è di natura globale, mentre continuiamo ad affrontare le sue sfide contro le società democratiche. L’influenza politica segreta russa rappresenta una sfida importante per gli Usa e altre democrazie in tutto il mondo. Abbiamo lavorato per esporla mentre la scopriamo. Abbiamo, e continueremo a lavorare con i nostri alleati e partner in tutto il mondo, per denunciare gli sforzi di influenza maligna della Russia e aiutare altri paesi a difendersi da questa attività”.
Sorgono sospetti sul “timing” di Washington
L’aspetto che desta sinistri sospetti a molti osservatori è il tempismo con cui l’intelligence a stelle e strisce ha reso pubblica la notizia, tramite il WP. Anche perchè l’attività d’intelligence americana sulle intereferenze russe nelle “faccende” interne di paesi stranieri era nota e monitorata da anni dagli 007 della Casa Bianca ma anche dai servizi degli altri paesi occidentali.
Forse a Wahington la vittoria annuciata dai sondaggi della coalizione di cdx in Italia non è gradita? Non si fidano delle promesse di fedeltà della Meloni a Nato e Usa?
Dubbi che sorgono spontanei a dieci giorni dal voto politico italiano. Ancora più dirimente è, però, il dibattito interno che si sta alimentando ed inasprendo, di giorno, in giorno, tra le varie parti politiche in Italia. Invece di promettersi querele i nostri politici farebbero bene a farsi un mea culpa perchè la vicenda delle interferenze russe è gravissima, in ballo c’è la sicurezza nazionale. Le illazioni fatte da alcuni esponenti politici:
“Il dossier potrebbe non essere uno”, ha evidenziato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, secondo cui “se ci sono dei partiti che hanno preso soldi da Putin probabilmente sono quei partiti che ci hanno reso dipendenti dal gas Di Putin”.
Ci auguriamo che Di Maio abbia solo farneticato perchè constatare fra qualche tempo che il disinteresse dei governi che si sono succeduti ad estrarre gas nostrano nell’Adriatico sia il frutto di accordi sottobanco con Mosca sarebbe uno scandalo non da poco. Come spiegare agli italiani che avrebbero potuto pagare il gas a 5 centesimi al metrocubo anzichè gli attuali 70? (reportage di Mario Giordano durante la trasmissione Fuori dal Coro su Rete4: su 1500 piattaforme italiane in mare estraggono gas solo la metà: 755 sono inutilizzate, abbandonate).
Il punto nodale è aver constatato, semmai fosse davvero riscontrato il versamento di denaro russo nelle casse di entità straniere, che la Russia da anni stava preparando l’attacco all’Occidente applicando la sua nuova dottrina basata su una guerra non più convenzionale ma indirizzata su manipolazioni dell’opinione pubblica degli avversari mediante l’attivazioni di crisi nei settori vitali delle nazioni. Controllo dei flussi dei migranti dall’Africa, delle fonti di energia, del grano/frumento e dei fertilizzanti e sconvolgimento dell’ordine mondiale con la ricerca di nuovi mercati commerciali, in funzione anti-occidentale sono solo alcune delle leve che Mosca ha iniziato ad usare de tempo nei confronti del blocco antisovietico che, nonostante la digregazione storica degli anni ’80, è ancora ben saldo nei geni dello zar dei nostri giorni, Vladimir Putin.
Il dibattito in Italia
“Fuori i nomi prima del 25 settembre“, avvertono Verdi e Sinistra che hanno presentato un esposto alla Procura di Roma. “Al di là di questa vicenda, è grave che la Lega non abbia disdetto il suo rapporto, il suo gemellaggio con Russia unita“, l’accusa del segretario dem Enrico Letta, riferito all’intesa politica siglata nella primavera 2017 dal partito di Matteo Salvini con quello di Vladimir Putin.
“Mai chiesti e mai presi rubli, euro, dinari, dollari dalla Russia”, la risposta piccata del segretario della Lega che annuncia querele, respinge le “fake news”, e non si scompone di fronte al tweet (parzialmente modificato nella notte) di Guido Crosetto, di FdI, che ha definito “alto tradimento” prendere soldi dalla Russia.
“Più che altro è illegale prendere finanziamenti dall’estero. Chi ci aiuta economicamente sono i cittadini italiani” commenta Salvini, sfoggiando la medaglia di ringraziamento della Repubblica di Armenia: “Queste sono le influenze estere che mi piacciono”.
Nella sua coalizione, contrattacca prima FdI sostenendo che “l’Urss dominava mezza Europa e influenzava l’altra mezza. Di questi soldi percepiti illegalmente tutta la sinistra non ha mai chiesto scusa“. E poi Silvio Berlusconi: “Forza Italia naturalmente non è coinvolta in alcun modo in questa faccenda. E gli unici fondi provenienti da Mosca che finora sono stati dimostrati e accertati sono quelli che ha incassato il Pci”.
“Non c’è nessuna possibilità che il M5s possa essere coinvolto e subire interferenze di questo tipo”, chiarisce Giuseppe Conte, mentre Italia viva rilancia “una domanda senza risposta dal 2016: ci sono state o meno influenze straniere sul referendum costituzionale come è stato accertato per la Brexit?“.
La prudenza di Bruxelles
Ursula von der Leyen, nel discorso sullo Stato dell’Unione, ha evidenziato la necessità di “non perdere di vista il modo in cui gli autocrati stranieri prendono di mira i nostri Paesi”. “Entità straniere finanziano istituti che minano i nostri valori. Presenteremo un ‘pacchetto per la Difesa della democrazia’. Porterà alla luce le influenze straniere occulte e i finanziamenti loschi. Non permetteremo a nessun cavallo di Troia dell’autocrazia di attaccare le nostre democrazie dall’interno”.
Anche la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola esprime “grande preoccupazione” per le ingerenze straniere, aggiungendo che quelle russe possono “potenzialmente cambiare l’esito di elezioni: per me è la maggiore minaccia di instabilità che abbiamo in Ue“.