Legge elettorale complessa ma basta solo una “X”. Si tratta di un sistema misto, per due terzi proporzionale e per un terzo maggioritario, nato dal compromesso tra Pd, Fi, Lega, Ap, Svp e Civici e Innovatori. A far da levatrice dell’accordo e’ stato il capogruppo Dem Ettore Rosato, tanto da dare il nome alla legge: Rosatellum. La legge elettorale prevede per la Camera (al netto dei 12 eletti all’estero) che 232 deputati vengano eletti in altrettanti collegi uninominali maggioritari a turno unico: viene eletto il candidato che ottiene piu’ voti, anche se non ha il 50%. Ciascun candidato puo’ essere sostenuto da un partito o da una coalizione di partiti, ciascuno dei quali presenta brevi liste di candidati (2-4 nomi) per eleggere i deputati nella parte proporzionale, che sono in tutto 386. Accedono al riparto della parte proporzionale i partiti che superano lo sbarramento del 3%. All’interno delle coalizioni c’e’ una ulteriore soglia: se un partito non supera l’1%, i suoi voti vanno completamente persi, se invece si attesta tra l’1 e il 3% i suoi voti vengono dirottati “pro quota” sugli altri partiti della coalizione che hanno superato lo sbarramento. La scheda elettorale fa capire il meccanismo del Rosatellum. Sotto al rettangolo con il nome dei candidati del collegio uninominale, si trova il simbolo dei partito o dei partiti che lo sostengono, e i listini di 2-4 candidati proporzionali. Si tratta di listini bloccati, cioe’ senza preferenza: a seconda dei voti presi dal partito scattera’ l’elezione del primo, poi del secondo e cosi’ via. All’elettore bastera’ porre una X sul simbolo del partito preferito per attribuire il voto sia al candidato del collegio uninominale, sia al listino di candidati del proporzionale. Per le due coalizioni presenti, il centrosinistra e il centrodestra, una particolarita’ del Rosatellum consiste nella possibilita’ dell’elettore di votare apponendo la X solo sul nome del candidato del collegio uninominale. Tutti i voti di questo tipo saranno attribuiti, oltre che al candidato del collegio, all’insieme dei partiti della coalizione, che se li divideranno in base alla loro percentuale in quella circoscrizione. Lo stesso sistema vale per eleggere i 309 membri del Senato (altri 6 lo sono all’estero): qui i collegi uninominali sono 116 e le circoscrizioni proporzionali 32.