A seguito dell’attentato del 14 ottobre scorso a Mogadiscio, che ha provocato 358 morti, 228 feriti e 56 dispersi ,è stato deciso, nell’incontro svoltosi ieri in Uganda tra il presidente somalo Mohammed Abdullahi Farmajo e il suo omologo ugandese Yoweri Museveni, che i Corpi speciali e le unità dell’intelligence ugandesi rafforzeranno le loro operazioni in Somalia contro i jihadisti Shebab. Il capo del contingente ugandese, Kayanja Muhanga, inizierà a dispiegare sul campo di battaglia unità altamente specializzate con il compito di dare la caccia e uccidere i combattenti Shebab.
Secondo quanto riferito dalle autorità etiopi, oggi, il presidente somalo Fermajo, in visita in Etiopia, paese insieme all’Uganda impegnato in Somalia nell’ambito della missione di pace dell’Unione africana (Amisom), ha dichiarato che è importante “unirsi contro il nostro nemico, al Shebab, che ha commesso atrocità contro persone innocenti”. “Si tratta di una minaccia che non riguarda solo la Somalia, ma anche i nostri vicini – ha aggiunto il leader somalo – per questo motivo sono qui per chiedere il sostegno e la solidarietà dei nostri fratelli qui in Etiopia”.
Amisom è presente in Somalia da più di 10 anni e qualche mese fa aveva annunciato l’intento di lasciare la Somalia. L’intento dell’annuncio aveva, però, un secondo fine cioè quello di incrementare i contributi finanziari provenienti dai paesi dell’Unione europea.
L’obiettivo pricipale del Kenya, presente in Amisom, non sembra esser quello di stabilizzare la Somalia centrale, piuttosto quello di stabilire una zona cuscinetto tra la Somalia e il Kenya per prevenire potenziali attacchi dall’organizzazione terroristica di al Shabab.
Anche l’Etiopia sembra avere gli stessi obiettivi.
Al Shabab è presente nelle aree rurali e una volta che Amisom ritirerà le truppe dalla Somalia, potrà riguadagnare anche il controllo delle città. Le forze militari somale sono addestrate da alcuni paesi dell’ovest, dalla Turchia e dagli Emirati arabi uniti. Le capacità delle forze somale sono molto inferiori a quelle di Amisom e questi rovesciamenti di fronte tra l’insicurezza causata dal movimento al Shabab e le forze governative somale sono l’anteprima di ciò che potrebbe succedere qualora la Somalia venisse abbandonata a se stessa.
Di Roberta Preziosa