Sospesi i voli Internazionali per Tel Aviv, si attende la risposta dell’asse del male

di Emanuela Ricci

Almeno una decina di razzi sono stati sparati dal Libano verso la Galilea, così Hezbollah in un messaggio su telegram. Tel Aviv sostiene, invece, che il sistema di difesa Iron Dome ne abbia intercettati soltanto cinque. Nel frattempo le compagnie aeree internazionali, compresa Ita Airways, hanno sospeso temporaneamente i voli per Tel Aviv anche se l’aeroporto Ben Gurion funziona regolarmente. Il Consiglio per la Sicurezza Nazionale israeliano ha sconsigliato ai cittadini di viaggiare all’estero per evitare di essere facili obiettivi in paesi stranieri. Le autorità militari hanno invitato la popolazione a porre maggiore attenzione agli spostamenti evitando gli assembramenti e le attività sportive all’aperto. Gli ospedali si stanno organizzando con nuove corsie nei parcheggi sotterranei. Tutto sembra ormani pronto per l’attacco che con il passare delle ore appare inevitabile. I capi dei gruppi filoiraniani dell’area si sono incontrati per decidere come e quando attaccare. Fonti diplomatiche e di intelligence americane starebbero mediando per una rappresaglia simbolica come quella della primavera scorsa quando l’Iran avvertì 72 ore prima dello strike di missili e droni.

Gli Stati Uniti, tuttavia, per scoraggiare Iran & company, hanno posizionato 12 navi da guerra nel Mediterraneo Orientale, Mar Rosso e Golfo Persico a difesa di Israele perchè si teme un attacco improvviso e massiccio, tendente a saturare la difesa aerea di Israele. Un attacco che questa volta potrebbe essere indirizzato anche verso i civili. Sarebbe nell’area delle operazioni la portaerei Theodore Roosevelt, con la sua squadra di combattimento affiancata da tre navi anfibie con a bordo quattromila tra marines e marinai. Mercoledì la Roosevelt navigava già nelle acque del Golfo Persico assieme ad almeno 6 cacciatorpediniere statunitensi. Le tre navi anfibie si trovavano invece nel Mediterraneo. A questa flotta potrebbero affiancarsi presto un’altra dozzina di altre unità che il Pentagono starebbe facendo preparare.

Netanyahu, per stemperare la tensione, ha dichiarato che l’eliminazione di Haniyeh a Teheran potrebbe portare Hamas a negoziare il rilascio degli ultimi 15 ostaggi ancora tenuti a Gaza. I famigliari degli ostaggi ieri sono scesi in piazza nuovamente e rimangono titubanti sulle ultime dichiarazioni del premier israeliano sulla liberazione degli ostaggi. Monta, invece, la polemica con Al Jazeera per l’uccisione, in un raid israeliano, del giornalista Ismail Alghoul. Tel Aviv sostiene che il giornalista fosse un membro operativo delle squadre speciali di Hamas. Categorica la smentita dell’emittente televisiva di Doha.

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