La Cei aveva risolto l’intrigata questione della nave Diciotti e aveva accolto 144 migranti, gran parte nel centro d’accoglienza «Mondo Migliore» a Rocca di Papa. La sera del 28 agosto arrivarono in 100 uomini e 8 donne, per essere poi destinati a raggiungere, secondo un programma, le 20 diocesi previste sparse per l’Italia. Ma degli 87 che mancano, più di 50 risultano spariti. Due, attesi a Bologna, non sono mai arrivati. Altri quattro, ospiti a Frosinone, se ne sono subito andati. Davvero in pochissimi, dunque, hanno gustato ieri i gelati mandati in dono da papa Francesco. Già tre giorni dopo l’arrivo, infatti, a piccoli gruppi, i profughi hanno cominciato ad andarsene volontariamente.
La notizia è stata data dai sottosegretari all’Interno Candiani e Molteni, “si sono già allontanati 40 dei 144 immigrati maggiorenni affidati alla Cei o al centro di Messina” sei delle Isole Comore, il resto eritrei. Ma il conto poi è salito presto a 50 e, come dicono dal Viminale, sembra avviato ad “essere più consistente”. Da Messina, dove si trovano quelli destinati in Irlanda (20) e in Albania (altri 20) si sono dileguati già in sei.
La Caritas, al riguardo, ci tiene a precisare che non si tratterebbe di fuga, perché non sono detenuti.
La replica di Salvini, ”più di 50 erano così “bisognosi” di avere protezione che hanno deciso di allontanarsi e sparire! Ma come, non li avevo sequestrati?”. E’ stato particolarmente duro, nel corso della trasmissione In Onda su La7, anche il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli,”la fuga di queste 50 persone è gravissima, se l’Europa fosse stata solidale non sarebbe successo”.
Comunque rimane un dato confortante, nessuna delle 8 donne giunte a Rocca di Papa è scappata. Erano state vittime di violenza in Libia e hanno accettato il programma di protezione. Si è espresso in merito anche don Aldo Buonaiuto della comunità Giovanni XXIII, che conosce bene Salvini e che lo ha aiutato nell’operazione Rocca di Papa. “Gli eritrei fanno sempre così. Il tempo di rifocillarsi e vanno via, perché hanno fretta di raggiungere i parenti in Germania, Svezia. Hanno affrontato un viaggio infernale. E si fidano poco, hanno paura di essere riportati indietro. Ecco perché se ne vanno”.
Fin dai primi colloqui con le mediatrici culturali avevano manifestato l’intenzione di lasciare Roma e l’Italia per raggiungere Germania, Svezia e Francia, dove è attiva una rete di comunità locali pronta a riceverli. La polizia li cerca soprattutto a bordo dei treni diretti nel Nord dell’Europa, il modo più semplice per tentare di varcare il confine d’Oltralpe. Oppure su camion a bordo dei quali potrebbe essere stato organizzato il loro viaggio da amici o parenti. Ma ovunque saranno, se controllati, saranno destinati a essere rispediti in Italia secondo la convenzione di Dublino.
All’appello mancano anche quei giovani eritrei, che avevano abbandonato casa tre anni fa. Hanno raccontato di avere prima provato la strada per Israele attraverso l’Egitto e il Sud del Sudan, ma che poi, respinti, erano stati costretti a tornare indietro e quindi a ripiegare sui gommoni per l’Italia in partenza dalla Libia.