L’astronauta italiana dell’Esa Samantha Cristoforetti, ufficiale pilota dell’Aeronautica Militare Italiana, la prima italiana ad abitare la Iss battendo il record europeo di ben 199 giorni di permanenza nello spazio, si è unita a 16 ‘taikonauti’ cinesi per un addestramento di nove giorni di sopravvivenza in mare, al largo della città costiera di Yantai, in Cina.
Con Samantha ha partecipato alla missione di addestramento anche l’astronauta tedesco dell’Esa Matthias Maurer e l’obiettivo finale di questa missione è che “un astronauta Esa possa volare sulla stazione spaziale cinese”, fa sapere l’Agenzia Spaziale Europea. “L’addestramento è stato superbamente pianificato e condotto. È stata una grande opportunità per rispolverare le mie capacità ed una prima volta nel praticare l’uscita dalla capsula nell’oceano con onde adeguate” ha commentato Cristoforetti. E per Samantha “ancora più importante” è che “siamo stati accolti come colleghi ed amici dai ‘taikonauti’ e dagli istruttori”.”Le differenze linguistiche e culturali sono ovviamente una sfida, ma anche un valore aggiunto, in quanto siamo tutti concentrati tutti sull’obiettivo comune dell’esplorazione spaziale” ha aggiunto l’astronauta italiana che già parla cinque lingue: oltre all’italiano, l’inglese, il francese, il tedesco e il russo. Mentre questa è la prima volta che gli astronauti Esa si sono addestrati in Cina, non è invece la prima collaborazione fra l’Esa e la Cina. Lo scorso anno il taikonauta Ye Guangfu ha infatti partecipato al corso dell’Agenzia Spaziale Europea di speleologia in Sardegna per sperimentare un ambiente estremo come parte di un equipaggio multiculturale. Tecnicamente, l’addestramento di Cristoforetti e Maurer in Cina è legato alle complesse manovre di ritorno a Terra dopo una missione in orbita. Rientrando dallo spazio, spiega l’Esa, gli astronauti devono essere preparati ad ogni eventualità, compreso l’atterraggio in acqua. “La sopravvivenza in mare è fondamentale nella formazione ma questa è la prima volta che altri astronauti si sono uniti ai loro omologhi cinesi” segnala l’Agenzia. Lavorando in gruppi di tre, gli astronauti hanno indossato tute pressurizzate e sono entrati in una finta capsula Shenzhou che è stata poi rilasciata in mare. Gli astronauti hanno dovuto cambiare le proprie tute di volo con tute isolanti e galleggianti prima di saltare nelle imbarcazioni gonfiabili. Hanno quindi fatto pratica delle procedure di soccorso sia con una nave che con un elicottero. “L’accoglienza è stata calda. Abbiamo veramente sentito lo spirito di appartenenza ad un’unica famiglia universale di astronauti, condividendo gli stessi valori, obiettivi e visioni” ha commentato l’astronauta tedesco dell’Esa Matthias Maurer. “La lingua era, come previsto, l’unico ostacolo più impegnativo, che abbiamo superato con grande entusiasmo e spirito di squadra, parlando un misto di cinese ed inglese” ha raccontato. Ad accompagnare Samantha e Matthias c’erano un medico di volo ed uno specialista di formazione, per approfondire le diverse impostazioni e sfumature culturali. “Vedo ciò come un’ulteriore pietra miliare per stabilire una buona collaborazione con la Cina come partner spaziale” sottolinea il responsabile Esa della formazione astronauti, Rudiger Seine. Entrambe le attività, ricorda l’Agenzia Spaziale Europea, derivano dall’accordo del 2015 per rafforzare la collaborazione tra l’Esa ed la China Manned Space Agency, con l’obiettivo di far volare un astronauta europeo sulla stazione spaziale cinese, il cui lancio è previsto nel 2022. Nel frattempo, altre opportunità di addestramento ed attività congiunte sono in cantiere per conoscersi meglio anticipa l’ente spaziale europeo. Il corso è stato organizzato dal Centro Astronauti della Cina in collaborazione con l’Ufficio di Salvataggio Beihai Rescue Bureau del Ministero dei Trasporti. “Non vedo l’ora di espandere la nostra cooperazione con i nostri amici cinesi nello spazio” ha detto con entusiasmo Matthias.