Le ultimissime sulla crisi nel Donbass
Sono circa 40mila i profughi fuggiti dal Donbass e giunti nella regione russa di Rostov. Lo riferisce l’agenzia Interfax che cita Alexander Chupriyan, ministro ad interim per le situazioni di emergenza. “Piu’ di 40mila persone, che hanno dovuto lasciare le regioni limitrofe, sono arrivate in Russia. A questo punto sono ospitate principalmente in 92 centri di accoglienza temporanea“, ha detto il ministro.
Sono 950mila i residenti del Donbass che hanno richiesto la cittadinanza russa, mentre oltre 770mila l’hanno gia’ ottenuta. Lo riferisce la Tass che cita il deputato della Duma di Stato della regione di Rostov, Viktor Vodolatsky. “Il numero totale di coloro che hanno presentato domanda e’ di circa 950mila. Le persone ora continuano a rivolgersi ai servizi di migrazione e a scrivere domande per ottenere la cittadinanza russa“.
Sono morti due civili nella Repubblica popolare di Lugansk “a seguito del tentativo delle forze armate ucraine di sfondare vicino al villaggio di Pionerskoye, a 7 km dal confine con la Russia“. Lo ha reso noto un portavoce della Milizia popolare dell’autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk. Secondo le forze di difesa dei ribelli separatisti, riferisce l’agenzia russa Tass, le truppe ucraine, sostenute dall’artiglieria, hanno tentato di attaccare le postazioni della milizia filorussa.
Il presidente russo Vladimir ”Putin non si fermerà all’Ucraina”. Lo ha detto la ministra degli Esteri britannica Liz Truss nel corso di una intervista al ‘Mail on Sunday’, nella quale sostiene che il presidente russo sta tentando di ricostruire l’Unione Sovietica. ‘‘Questo è il momento più pericoloso per la sicurezza europea dagli anni ’40. Dobbiamo prepararci allo scenario peggiore. La Russia ha dimostrato di non prendere sul serio la diplomazia”, ha detto Truss. L’Occidente, ha proseguito, deve fermare Mosca o Putin cercherà di “riportare l’orologio indietro alla metà degli anni ’90 o anche prima”. Truss ha citato l’ipotesi di annessione alla Russia degli stati baltici, come Estonia e Lettonia, e i Balcani occidentali, che comprendono Serbia e Albania.
E’ finito in rissa un talk-show in diretta tv, in Ucraina. Un giornalista, Yuriy Butusov, ha perso il controllo quando un deputato dell’opposizione filo-russa, Nestor Shufrych, del Partito per la Vita, si e’ rifiutato di condannare il presidente Vladimir Putin e definirlo un “assassino e un criminale”. Il giornalista si e’ scagliato sul deputato e, in diretta tv, lo ha schiaffeggiato. Quello ha reagito con furia e i due si sono azzuffati. La rissa si e’ conclusa con gli altri ospiti che si alzavano dalle sedie per separare i due ormai avvinghiati.
L’intelligence americana e britannica non sono credibili rispetto agli avvertimenti che lanciano per l’Ucraina. Lo ha detto il vice rappresentante permanente della Russia presso le Nazioni Unite, Dmitry Polyanskiy, citando a sostegno della sua tesi ”i tanti errori commessi in Iraq” dai servizi di intelligence di Londra e Washington.
Le dichiarazioni di Usa, Nato e Ue
“Il presidente Biden è sempre pienamente preparato ad incontrarsi, se pensa che possa portare avanti la causa della diplomazia e la causa della pace”. Così il segretario di Stato americano, Antony Blinken, in un’intervista alla tv russa ‘Dozhd’, in merito a un incontro tra Joe Biden e Vladimir Putin.
Nel Donbass non sta avvenendo nessun genocidio, a differenza di quanto sostiene il Cremlino. Lo ha affermato il segretario di Stato americano, Antony Blinken, respingendo l’idea come “sbagliata” e “offensiva”.
Il segretario di stato americano Antony Blinken si è anche interrogato sulle motivazioni del presidente russo Vladimir Putin che appare deciso ad attaccare l’Ucraina. Finora l’effetto è stato di accelerare quanto voleva prevenire, ha detto il capo della diplomazia americana in una intervista al Sueddeutsche Zeitung. Per esempio, ha detto, ora più ucraini sono ostili alla Russia e vogliono entrare nella Nato. E l’Alleanza Atlantica è ora più forte come risultato “delle misure aggressive” di Mosca. Putin “voleva impedire tutto questo, ma ora lo sta causando”. Blinken ha avvertito la Russia a non invadere l’Ucraina e ribadito la minaccia di “gravi sanzioni” in caso di attacco. Ha poi ripetuto l’offerta di negoziati, aggiungendo che se non vi sarà stato un attacco incontrerà mercoledì il collega russo Sergei Lavrov in Europa. Ma ha anche affermato di temere che Putin abbia deciso in favore della guerra.
Tutti i segnali suggeriscono che la Russia pianifica un attacco “completo” contro l’Ucraina. Lo ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.
“Gli Alleati occidentali non possono continuare ad offrire per sempre ramoscelli d’ulivo mentre la Russia conduce test missilistici e ammassa le truppe lungo il confine con l’Ucraina“. Lo ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ponendo ai partecipanti della conferenza di Monaco sulla Sicurezza questa domanda: “il Cremlino vuole il dialogo“?
Il G7 di Monaco
Ieri a Monaco si e’ riunito il G7 dei ministri degli Esteri, in vista del summit dei leader del Gruppo in programma giovedi’ prossimo, così in una nota congiunta: “Gravemente preoccupati per il minaccioso accumulo di presenza militare russa intorno all’Ucraina, la Crimea e la Bielorussia” chiediamo a Mosca di “scegliere la via della diplomazia”, “ritirare in modo sostanziale le forze militari dai confini dell’Ucraina e rispettare pienamente gli impegni internazionali”.
Il presidente ucraino Zelensky è stato più perentorio:”Difenderemo il nostro meraviglioso Paese, con o senza i partner”: l’Ucraina “e’ lo scudo dell’Europa contro l’esercito russo”, e dall’occidente Kiev aspetta “risposte chiare e oneste”. Alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, il presidente ucraino ha chiesto esplicitamente aiuto all’Occidente, mentre l’est del Paese e’ sempre più in fiamme.
Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, e la vicepresidente americana, Kamala Harris, hanno rilanciato sulla reazione degli alleati nel caso di un’invasione russa: “Non ci saranno soltanto sanzioni economiche dai costi senza precedenti”, ha fatto intendere la vice di Biden: “in caso di attacco rafforzeremo la nostra presenza nell’est dell’Europa”.
“L’obiettivo di Putin e’ avere meno Nato, ma ne avra’ di piu'”, ha tuonato, invece, Stoltenberg. Anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz è sulla stessa lunghezza d’onda, definendo “ridicole le accuse russe sul genocidio nel Donbass”.
L’inglese Boris Johnson ha invitato a restare “saldamente uniti“, sottolineando “l’irremovibilita’ britannica sulla difesa della sicurezza europea“, mentre Ursula von der Leyen, ha ammonito: “E’ in gioco la prosperita’ futura della Russia”.
Al prestigioso forum sulla sicurezza il capo della diplomazia cinese ha affermato di essere contrario a un attacco militare: “La Cina e’ per la salvaguardia delle frontiere. Ed e’ per la sovranita’ e l’indipedenza territoriale delle nazioni, l’Ucraina non fa eccezione“, ha affermato il ministro degli Esteri Wang Yi, secondo il quale tuttavia “le preoccupazioni della Russia vanno rispettate” e “l‘Ucraina dovrebbe fare da ponte fra Russia ed Ue, non da linea del fronte“.
Una prospettiva azzardata anche dal presidente Zelensky: “Non faremo per sempre da cuscinetto”, ha avvertito, e Kiev, che ha proposto anche un incontro con Putin, insiste per una “calendario chiaro sull’ingresso nella Nato e nell’Ue”. Zelensky non ha risparmiato critiche a quelli che poi ha definito “amici”: “Sulle sanzioni abbiamo discusso. Se mi dicono che l’attacco militare ci sara’ al 100%, io chiedo perche’ aspettare? Siano disposte subito“. “A cosa servono le sanzioni dopo i bombardamenti e l’occupazione?“, ha aggiunto spiegando poi di ritenere indispensabile che l’elenco venga reso pubblico subito.
“L’Ucraina aspira alla pace. L’Europa aspira alla pace. Il mondo dice di non volere una guerra. Mentre la Russia afferma che non vuole attaccare. Qui qualcuno mente”. Zelensky ha poi chiarito: “Non cerchiamo una donazione, ma un contributo alla sicurezza dell’Europa. Perche’ la domanda e’ semplice, chi sara’ il prossimo?”. Per Zelensky “e’ chiaro che l’architettura della sicurezza europea sia obsoleta e non funzioni. E’ troppo tardi per ripararla, bisogna fondarne una nuova“.