Stregheria e Neo-druidismo

(di Massimo Montinari) Come è stato dimostrato, la ”stregoneria” assume caratteristiche e definizioni differenti in base alle aree geografiche di riferimento; quella che ha origini italiane è la “stregheria” , riconosciuta anche come “ vecchia religione” chiamata all’estero Stregoneria Italiana.Si tratta di un culto che ha origini pagane che affonda le proprie radici nel periodo precristiano, su tradizioni anche pre-etrusche, ispirandosi a: “ad cursum Dianæ” e “Dominæ Ludum”.

La “stregheria” rappresenta pertanto la forma religiosa della stregoneria e secondo Raven Grimassi (Pittsburgh, 12 aprile 1951 – 10 marzo 2019), scrittore statunitense,la “ stregheria” è una ramificazione della religione etrusca, più tardi mescolata con altri culti, come la religione contadina toscana, l’eresia cristiana medievale e l’adorazione dei santi. Ha pubblicato molti libri su stregoneria e neopaganesimo ed è noto soprattutto per i suoi lavori incentrati su di una corrente neopagana di stregoneria, con possibili origini italiane, che ha definito “stregheria”, suscitando un acceso dibattito sulla veridicità delle sue tesi.

Secondo Raven Grimassi, la “stregheria” è una religione politeista che utilizza la natura e che si basa sull’adorazione di una dea e di un dio, entrambi uguali. Per Grimassi “stregoneria” e “stregheria” devono essere valutati come fattori ben differenti.

La “stregoneria” è legata alla magia, mentre la “stregheria” è una stregoneria organizzata legata ai sabba, oltre che alla figura divina di Diana.

La “stregoneria” non è quindi considerabile come una religione, cosa che invece è attribuibile alla “stregheria”, la quale viene definita pertanto “Vecchia Religione”. La “stregheria” quindi fa proprio l’uso della magia alla credenza nei santi, negli antenati, negli spiriti, negli dèi.

Il termine di “Vecchia Religione le è stato attribuito dal Cristianesimo (la Nuova religione), poiché la prima religione aveva radici antiche e si basava sul culto di antiche divinità, un culto politeista quindi. Negli anni seguenti fu considerata demoniaca e perseguitata, fino a che se ne persero le tracce nel XVIII secolo. La Vecchia Religione riapparve però un secolo dopo, a metà del XIX secolo, riscoprendo la Vecchia Religione Anglosassone, che conteneva elementi del “neodruidismo” e della “Vecchia Religione Italiana”; da questo venne coniato il nome di Wicca. Il Druidismo è una religione che rientra nel fenomeno cosiddetto di “neopaganesimo”, basata sulla religione celtica e in particolare sulla la sapienza druidica. Questo costituisce un insieme di ordini druidici e associazioni religiose sorte in principio nelle Isole Britanniche e in Bretagna (Francia), e successivamente anche in diverse regioni della Spagna, in Austria e nell’Italia settentrionale.

Il neo-druidismo

Il neo-druidismo nasce nel 1700, innestandosi sull’esoterismo massonico. L’antropologa Cecilia Gatto Trocchi (Roma, 19 giugno 1939 – Roma, 11 luglio 2005) afferma: “Furono tutti riesumati nel fatidico anno 1717, lo stesso della fondazione della Massoneria. Apparve allora il primo Ordine dei Druidi, creato nella stessa taverna in cui si fondò la Grande Loggia Madre, nell’Apple Tree Pub. La moda della magia celtica cominciò a farsi strada. Da allora in poi vi fu una pioggia di finte leggende, si riesumarono miti su Mago Merlino, Stonehenge, il potere magico dei calderoni e del Graal e ogni sorta di falso storico.” (Cecilia Gatto Trocchi, “Attenta ai Druidi”). Andrea Romanazzi (nato a Bari nel 1974, docente e saggista) riporta: “Il Druidismo moderno nasce nel 1700 con l’apporto di William Blake associato alla cultura Massonica e Rotariana e al rinato interesse per la storia delle antiche origini e per l’arte antiquaria inglese. Da sempre infatti i siti megalitici come Stonehenge o Avebury avevano attratto la curiosità di vari studiosi, ma fu con l’avvento del Romanticismo che tali costruzioni iniziarono ad interessare direttamente gli storici che cercavano di capirne le origini. In realtà il metodo della ricerca storico-scientifica non era ancora perfezionato. Molti di costoro, trattandosi di costruzioni pre-romane, le associarono, sbagliando, direttamente ai celti ed ai loro sacerdoti, i druidi. Nasceva così l’accostamento tra Druidi e il Megalitismo.

Il primo ad associare tali siti alle popolazioni celtiche fu un antiquario inglese, John Aubrey, nel suo saggio Templa Druidum, e successivamente un dottore di Lincolnshire, William Stukeley. Stukeley si definì lui stesso un Druido, prendendo il nome di Chyndonax, inciso su una antica stele ritrovata nel 1623 a Digione e realizzò nella propria abitazione un vero e proprio boschetto druidico, un grove, dove svolgeva alcune cerimonie pagane. Creando una sorta di “lignaggio”, Stukeley affermò che i druidi arrivarono in Bretagna dopo il Diluvio universale e sarebbero stati proprio Noè ed Abramo i primi druidi nonché costruttori dei templi megalitici per il mondo. Sarà sempre Stukeley a definire, in realtà riprendendolo dal famoso testo secentesco Britannia Antiqua Illustrata del 1676, l’archetipo figurativo del druido, caratterizzato da un mantello con cappuccio, un bastone, una tunica corta e una lunga barba bianca. I luoghi di riunione e culto druidici non saranno però solo i nemeton megalitici. ( nota: Il Nemeton era un “diorama” del sacro). Una tradizione orale vuole che nel 1717 nel pub “Apple Tree Tavern” Jhon Toland, una figura chiave per i movimenti neodruidici moderni, avesse radunato i più importanti esponenti dei circoli druidici inglesi, in quello che poi sarà il primo grove ufficiale denominato “Mother grove” di cui Toland divenne Arcidruido, e che fu ufficialmente inaugurato nell’equinozio di autunno del 1717 a Primrose Hill, una collina situata nella parte nord di Regent’s Park, a nord di Londra. Sarà da questo luogo a divenire sacro successivamente per molteplici organizzazioni druidiche.

Nel 1747 Edward Williams diede vita al primo movimento druidico gallese, “Gorsedd Beirdd Ynys Prydain”, autoproclamandosi druido con il nome di Iolo Morgannwg. Ancora una volta il luogo scelto per la prima cerimonia avvenuta nel 1792 fu Pilmrose Hill. Fu la prima volta che si ebbe un Eisteddfodau, ovvero una riunione della durata di tre giorni. A Iolo inoltre si devono molti dei rituali druidici moderni tra cui l’importante Invocazione alla Pace che oggi caratterizza la maggior parte dei gruppi neodruidici, nonchè l’utilizzo di particolari oggetti cerimoniali quali la spada, il bastone, la corona, la cornucopia e il famoso corno Gwalad. E’ l’inizio del Revival druidico, nascono i primi groove, letteralmente “boschetti”, ed ordini druidici, in realtà all’inizio più società paramassoniche.

Nel 1781 viene fondato l’Ancient Order of Druids, noto con la sigla AOD, nel 1833 The United Ancient Order of Druids e nel 1964 l’OBOD, il moderno Ordine dei Bardi, Ovati e Druidi. Successivamente, negli Anni ’60, anche grazie all’accostamento della pratica druidica con i nuovi movimenti eco-ambientalisti ed hippies, si riscopre il forte contatto naturale e la sua interconnessione con il mondo sciamanico ed infatti la maggior parte di coloro che praticano oggi il neo Druidismo utilizzano tecniche sciamaniche”.

Attualmente le “confraternite neo-druidiche” sono sostanzialmente tre: Druid Order (seguaci dell’irlandese cattolico John Doland fondatore di una confraternita nel 1717); l’Ancient Order of Druids (seguaci del massone Henry Hurle che ha fondato l’ordine nel 1781); e la confraternita del massone gallese Eduard Williams che si faceva chiamare Iolo Morganwag (1747-1826), il quale pretendeva di essere l’ultimo depositario dell’antico sapere dei druidi. In un capitolo a parte confluiscono invece tutte quelle confraternite o sette che non si riconducono alle tre filosofie precedenti.
Si tende pertanto a far convergere nel “neo-paganesimo celtico” tutto quello che è distinto dal Cristianesimo, quindi una cultura religiosa pre-cristiana che abbraccia elementi folkloristici delle tradizioni antiche, leggende medievali, credenze New-Age e Wicca degli anni ’60.

 

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