Oltre 1000, tra iscritti ed eletti M5s, coloro che hanno preso parte, in collegamento su zoom, al V-Day anti-Draghi lanciato dall’ala contraria alla fiducia al governo. Tra loro ci sono anche molti parlamentari, come Barbara Lezzi, Elio Lannutti, Alvise Maniero, Andrea Colletti, Mattia Crucioli, Elena Botto, Leda Volpi, Primo Di Nicola, Bianca Laura Granato, Pino Cabras, Jessica Costanzo, Laura Angrisani, Raphael Raduzzi. La consigliera campana Mari’ Muscara’ ha chiamato l’evento il “V-Draghi” e commentato: “queste che sento questa sera sono le vere ‘parole guerriere’ del Movimento. Ho visto Grillo con imbarazzo: credo dovremo chiamare un esorcista!”. Anche Crucioli ha definito “imbarazzante” l’intervento di questa sera del garante 5 Stelle ed ha chiamato il Movimento “a reagire. I vertici che abbiamo sono la negazione dei nostri principi e quindi dobbiamo fare qualcosa. Siamo ad un bivio. Teniamoci in contatto“.
Beppe Grillo prova quindi a tenere uniti i grillini postando su Fb un breve video. “Draghi e’ un grillino“, dice il fondatore del Movimento. Grillo invita ad aspettare le parole “pubbliche” da parte del premier incaricato e a decidere solo dopo averle ascoltate. Il fondatore del Movimento rassicura i suoi, il reddito di cittadinanza e l’ambiente sono battaglie storiche dei pentastellati e sono anche in cima alla lista dell’ex capo della Bce.
A questo punto il grande pubblico grillino, quello che dovrà votare sulla piattaforma Rousseau, attenderà le parole di Mario Draghi quando scioglierà la riserva dinanzi al Presidente della Repubblica. Solo dopo si procederà alla votazione sulla piattaforma Rousseau per indirizzare il voto di fiducia in seno al Parlamento. Nel video la novità detonante, Grillo prende le distanze dalla Lega: “Ho posto un veto sulla Lega nel corso del colloquio con Draghi ma non ho ricevuto risposte definitive. Che si vogliano porre paletti per Matteo Salvini ha dell'”incredibile“, non rispettano – dice – il mandato del Capo dello Stato.
Intanto, nell’ultimo round delle consultazioni sono intervenuti tutti i big dei partiti, compreso Berlusconi: “Grazie di essere venuto”, lo saluta il premier incaricato. L’invito di Berlusconi è quello di mettere da parte “calcoli, tattiche, interessi elettorali” perche’ l’ora e’ “grave”. Una volta premier, il consiglio del Cavaliere, e’ che dovra’ ascoltare tutti ma “decidere in autonomia”. Nella giornata di ieri si registra il Si senza condizioni di Italia Viva, che apprezza l’attenzione alla scuola.
Riforma fiscale. Il premier incaricato e’ pronto a riscrivere il capitolo tasse, rivedendo aliquote e scaglioni, ma all’insegna della progressivita’. Lo dice a tutte le forze politiche maggiori, dal Pd alla Lega. Il partito di Matteo Salvini, che della flat tax ha fatto una battaglia di bandiera per anni, ora non ne fa una questione di principio: l’importante e’ non alzare le tasse sottolinea il leader di via Bellerio.
Nicola Zingaretti esce “molto soddisfatto” dal secondo giro di consultazioni: una riforma dell’Irpef che faccia perno sulla progressività e dunque tenga conto delle differenze di reddito, l’attenzione al peso delle tasse sul lavoro unite all’impegno a non aumentare la pressione fiscale sulle famiglie e al no netto a qualsiasi tipo di condono sono i pilastri che fanno immaginare di poter governare insieme. Sulla Lega. “Siamo e rimarremo forze alternative. Il punto e’ verificare quale perimetro programmatico e parlamentare il governo dovra’ avere“, dice Zingaretti. Ci penserà Draghi, con le sue personali valutazioni, sottolinea il segretario Dem.
Sulla flat tax chiarisce le idee direttamente Giorgia Meloni: “Draghi la tassa piatta “l’ha esclusa”.
Salvini al riguardo ha precisato: Nel programma del nuovo governo ci sara’ un tavolo per studiare come diminuire le tasse: “per me puoi chiamarla flat tax o Filippo, basta che ci sia“. In tutto questo nuovo processo Salvini è lapidario: “Speriamo che nessuno si metta di traverso“.
Vito Crimi il capo politico del Movimento dopo il secondo incontro con il premier incaricato ha detto: “Abbiamo avuto rassicurazioni sull’inutilita’ di utilizzare il Mes e sull’importanza dei temi ambientali. Ma il dado non puo’ essere tratto: occorre prima “verificare la configurazione” dell’esecutivo e poi lasciare la parola ai militanti che voteranno su Rousseau.
LeU parla con la sua capogruppo al Senato Loredana De Petris: “Ce’ chi digerisce a fatica l’eterogeneita’ della maggioranza. La “discussione” e’ ancora aperta”.