Il governo Meloni non ha prorogato gli sconti sulle accise e il carburante è volato alle stelle superando la soglia psicologica dei due euro al litro con il prezzo del gasolio che ha superato quello della benzina.
Palazzo Chigi parla di vera e propria speculazione delle compagnie petrolifere perchè tecnicamente non sono intervenute nuove accise. Allora si è deciso di far partire i controlli chiamando in causa la Guardia di finanza, a cui è stato dato mandato di intensificare gli sforzi per monitorare gli aumenti, vigilando su eventuali condotte illecite. L’attività dovrà essere fatta in concorso con il Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo.
A chiedere indagini puntuali settimane fa è stato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Siamo quindi in attesa dei risultati. Nel frattempo Il ministro per lo Sviluppo Economico, Adolfo Urso ha chiesto al Garante dei prezzo di redigere dei rapporti più semplici e meno tecnici al fine di poter fare una comunicazione più fluida e soprattutto chiara a favore dei cittadini.
In attesa dell’esito dei controlli il ministero dell’Economia e Palazzo Chigi stanno valutando di poter attingere dai 21 miliardi inseriti in manovra per contrastare il caro bollette, una quota parte da dedicare alla compensazione del blocco di alcune accise. Ogni mese di sconto sulle accise costa 1 miliardo di euro. La vera partita si giocherà quando il 15 febbraio prossimo scatterà l’embargo europeo al petrolio russo. Preoccupano il governo eventuali rialzi incontrollati a livello europeo che potrebbero intaccare sul prezzo del nostro carburante.