La Lega non partecipa al Consiglio dei Ministri, Matteo Salvini non manda, al massimo consesso del Governo, Giancarlo Giorgetti, Massimo Garavaglia ed Erika Stefani. A far traboccare la goccia dal vaso la decisione di insistere sulla riforma del catasto, e il metodo, per aver chiesto una “fiducia al buio“. E’ un “gesto serio”, replica Draghi. E aggiunge che sta a Salvini “spiegarlo“, perche’ la delega rispecchia principi “condivisi” dalla Lega, che aveva a sua disposizione “sufficienti elementi per valutare”. Il leader leghista lo smentisce: “Il testo non rispetta gli accordi”. Tra ministri e sottosegretari ci si interroga sulla reale portata del gesto di Salvini.
Così sul Catasto nel comunicato stampa della Presidenza del Consiglio dei Ministri
“È prevista l’introduzione di modifiche normative e operative dirette ad assicurare l’emersione di immobili e terreni non accatastati. Si prevede, inoltre, l’avvio di una procedura che conduca a integrare le informazioni sui fabbricati attualmente presenti nel Catasto, attraverso la rilevazione per ciascuna unità immobiliare del relativo valore patrimoniale, in base, ove possibile, ai valori normali espressi dal mercato e introducendo meccanismi di adeguamento periodico. Questo intervento non ha tuttavia alcun impatto tributario.
Le nuove informazioni non saranno rese disponibili prima del 1° gennaio 2026 e intendono fornire una fotografia aggiornata della situazione catastale italiana. Gli estimi catastali, le rendite e i valori patrimoniali per la determinazione delle imposte rimangono quelli attuali. Le nuove informazioni raccolte non avranno pertanto alcuna valenza nella determinazione né delle imposte né dei redditi rilevanti per le prestazioni sociali”.
La Crisi
Nel governo c’e’ chi sospetta che Salvini sia pronto a gettare la spugna. In serata, scrive l’Ansa, trapela però la notizia di contatti per un incontro tra il premier e il leghista per superare le incomprensioni.
Cronistoria di una giornata difficile a ridosso delle elezioni amministrative che hanno ufficializzato la debacle del cdx e della Lega in primis. Alle 14 i ministri arrivano a Palazzo Chigi per la cabina di regia sulla delega che disegna la riforma del fisco. Per la Lega al posto di Giorgetti c’è Garavaglia. Il ministro del Turismo ascolta l’illustrazione di Franco poi dice di avere “il dovere” di informare il segretario, lasciando la riunione.
Giorgetti, invece, avrebbe preannunciato a Draghi sull’intenzione di non partecipare al Cdm.
Non va giù la riforma del catasto, spiegano i leghisti, ma anche il fatto che le bozze siano state inviate ai ministri “mezz’ora prima della cabina di regia”: “Non possiamo lavorare senza aver visto le carte. Nulla contro Draghi ma o ce le consegna per tempo oppure dovra’ fare da solo: non sarebbe serio e corretto votare sulla fiducia“, trapela da fonti leghiste.
Andrea Orlando del Pd parla già di problema politico per l’assenza della Lega, mentre Forza Italia sostiene con convinzione il testo, sottolineando che “non alzera’ le tasse”, come garantito da Draghi.
Mario Draghi, laconico in conferenza stampa dice: “Ne prendo atto”, poi precisa, “l’impegno che il governo prende oggi e’ che” con la riforma del catasto, che rinvia la revisione delle rendite al 2026, nessuno paghera’ di piu’ o di meno” e ogni decreto delegato su Irpef, Iva, Irap “avra’ un sistema che non intende aumentare il gettito ma diminuirlo”. E non solo “non e’ l’ultima parola”, perche’ il Parlamento ha gia’ dato le sue linee guida e avra’ voce in capitolo, ma la stessa Lega era stata informata ampiamente.
Draghi: “Se per Salvini ci siano altre implicazioni politiche deve dirlo lui. Ma difficile dire se dal voto delle amministrative il governo esca rafforzato o indebolito”.
A stretto giro il leader leghista replica tramite una conferenza stampa alla Camera, in cui dice di fidarsi di Draghi, ma non della delega: “Non e’ l’oroscopo, non e’ possibile avere mezz’ora di tempo per analizzare il futuro degli italiani. Nel testo non c’e’ quanto pattuito”, afferma, smentendo le affermazioni del premier.
Giorgia Meloni plaude all’iniziativa della Lega ma pesa a tutti il silenzio di Giorgetti.
Un chiarimento potrebbe esserci, con un incontro tra Draghi e Salvini, nei prossimi giorni.
La reazione delle altre forze di governo
Quello di Salvini e’ un gesto “gravissimo”, dicono quasi all’unisono Enrico Letta, che convoca un vertice d’urgenza al Nazareno, e Giuseppe Conte. Il sostegno di Fi alla riforma fa sperare a qualcuno nel centrosinistra che la Lega tolga il disturbo dal governo. Altri interpretano il gesto come una partita tutta interna alla Lega, un modo di Salvini per rimarcare la sua leadership. Draghi, dal canto suo, tira dritto e va avanti convocando per giovedi’ la prima cabina di regia sul Pnrr.