Nel giorno del giuramento in Europa Draghi e’ appellato Super Mario, l’uomo che alla guida della Banca centrale europea ha salvato la moneta unica e che ora si appresta a salvare il proprio Paese.
“La sua esperienza sara’ una risorsa straordinaria non solo per l’Italia, ma per tutta l’Europa, soprattutto in un momento cosi’ difficile”, esulta su Twitter la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen mentre il presidente del Consiglio europeo Charles Michel “non vede l’ora” di lavorare di nuovo con lui. La cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron hanno inviato messaggi uguali: “lavoriamo insieme per un’Europa più forte, per un nuovo multilateralismo, per il futuro dei giovani”. Gli Auguri sono giunti anche dal premier britannico Boris Johnson, dal cancelliere austriaco Kurz, dal premier spagnolo Pedro Sanchez e da molti altri leader politici.
Sulle principali testate internazionali. In Francia Le Figaro scrive che “Mario Draghi ha rovesciato la scacchiera politica italiana” ed “e’ riuscito a radunare quasi tutti i partiti in cinque giorni”. Mentre Le Monde assicura che “Draghi assume la guida di un governo che vuole conciliare coesione, efficienza e rappresentativita’”. Anche la Bbc, dal Regno Unito, spiega che Draghi “si e’ assicurato il sostegno di quasi tutti i principali partiti politici”. In Spagna l’analisi di El Pais e’ che l’ex presidente della Bce abbia piazzato persone di fiducia in ministeri chiave come l’Economia o la Giustizia, accontentando allo stesso tempo i partiti con diversi portafogli.
Dall’altra parte del mondo il New York Times lo definisce “un gigante d’Europa”. Mentre e’ il Wall Street Journal a incaricarsi di elencare i problemi che l’Italia dovrebbe affrontare: “tasse onerose, burocrazia, tribunali lenti, un sistema educativo obsoleto e sotto-finanziato, infrastrutture fatiscenti. Mister Draghi ha a suo favore un sacco di soldi da spendere“. Pure il tedesco Der Spiegel, in un’editoriale di qualche giorno fa, indicava come massima priorita’ “spendere in modo ragionevole gli oltre 200 miliardi di euro” del Recovery Fund, anche se Draghi “si trova ora di fronte a un compito piu’ difficile”, rispetto al lavoro svolto alla Bce. E’ proprio sulla stampa tedesca che si possono ritrovare alcuni sparuti accenni critici alla figura del nuovo presidente del Consiglio. Il piu’ duro e’ la Bild, l’unica a rispolverare le accuse mosse a Draghi negli anni della sua presidenza alla Bce e al presunto impatto sui risparmiatori tedeschi delle sue scelte di politica monetaria.