Serghei Lavrov l’altra sera su Rete4 nel corso della trasmissione Zona Bianca di Giuseppe Brindisi ha narrato la retorica moscovita sulla guerra in Ucraina. A sollevare lo sdegno di Israele e della comunità ebraica mondiale quando ha affermato che Volodymyr Zelensky, ebreo, guidi un Paese infestato dai nazisti, perche’ “secondo me anche Hitler aveva origini ebraiche“.
Un’affermazione deflagrante. In particolare in Israele, che finora ha cercato di mantenere buone relazioni con Mosca. Naftali Bennett parla di affermazioni “gravi”: “Si smetta immediatamente di ricorrere alla Shoah del popolo ebraico come strumento per polemiche politiche” perche’, “come gia’ detto in passato, nessuna guerra dei nostri giorni e’ la Shoah ed e’ paragonabile ad essa“.
Il ministero degli Esteri israeliano ha subito convocato l’ambasciatore russo a Tel Aviv per “chiarimenti” su quelle che il ministro Yair Lapid ha definito dichiarazioni “imperdonabili e oltraggiose“, oltre che “un terribile errore storico“. “Il piu’ basso livello del razzismo contro gli ebrei e’ accusare gli ebrei stessi di antisemitismo”.
Il premier Mario Draghi ha commentato al termine di una giornata tesa: “In Italia, a differenza che in Russia, c’e’ liberta’ di esprimere le opinioni, anche quando sono palesemente false e aberranti. Quello che ha detto Lavrov e’ aberrante. E per quanto riguarda la parte riferita a Hitler, e’ davvero oscena. Si e’ parlato di intervista ma in realta’ e’ stato un comizio. Bisogna chiedersi se e’ accettabile invitare una persona che chiede di essere intervistata senza nessun contraddittorio. Non e’ granche’, non e’ granche’ professionalmente”.
Lavrov ha anche detto che “da tempo ormai sentiamo il saggio popolo ebraico dire che i maggiori antisemiti sono proprio gli ebrei“. “Atroci commenti” che, afferma il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, mostrano “l’antisemitismo profondamente radicato nelle elite russe“.
Si registra anche il forte risentimento già espresso dal Centro Wiesenthal di Gerusalemme e dallo Yad Vashem, il Museo della Shoah, per il paragone fatto da esponenti ucraini tra il massacro di Bucha e il genocidio degli ebrei. Proprio il direttore di Yad Vashem, Dani Dayan, definisce “false, deliranti e pericolose” le parole di Lavrov, spiegando che esse affondano le radici in un elemento rimasto oscuro relativo alle origini del nonno paterno di Hitler sul quale si sono poi “costruite teorie cospiratorie del tutto infondate secondo le quali lo stesso Hitler sarebbe stato ebreo”.
Lavrov ha anche poi calcato la mano affermando che le forze nazionaliste come il battaglione Azov e altre che combattono per Kiev “hanno la svastica tatuata sulla pelle e leggono il Mein Kampf. Tra le loro fila combattono mercenari e ufficiali occidentali”. Poi ha detto che Zelensky “ha sabotato i negoziati di pace”. Mosca continuera’ dunque la sua “operazione speciale militare”, che non si concludera’ con l’annuncio di una vittoria il 9 maggio, come qualcuno ipotizza: “I nostri militari non pianificano le azioni in base a una data”.
Lavrov contro l’Italia
Da Roma, sostiene il ministro russo, sono arrivate “dichiarazioni che sono andate oltre le buone norme diplomatiche” e “l’Italia e’ in prima fila tra coloro che adottano e promuovono le sanzioni anti-russe. Per noi e’ stata una sorpresa”. Infine ha ribadito, la condizione russa che il suo gas venga pagato dai Paesi importatori in rubli. Lo scopo, spiega, e’ evitare che questi soldi vengano “rubati” dagli europei, come stanno facendo con gli euro e i dollari depositati presso le loro banche a cui Mosca non puo’ avere accesso a causa del congelamento imposto con le sanzioni.
L’Ue critica l’Italia per aver ospitato giornalisti russi
L’Unione europea, per il tramite di una sua portavoce, ha criticato l’Italia perché la sua televisione invita giornalisti russi di media bloccati dalle sanzioni, come Sputnik e Russia Today. La portavoce ha ammonito le televisioni nostrane di non eludere le sanzioni dell’Europa contro la propaganda russa sull’Ucraina.
“L’Unione europea ha adottato sanzioni sulla disinformazione e manipolazione dell’informazione dal 2 marzo“, con la sospensione di Russia Today e Sputnik in Europa, ha ricordato il portavoce. “Si tratta di una misura eccezionale, mirata e temporanea, adottata in un contesto molto specifico e senza precedenti. È importante sottolineare che, naturalmente, la libertà di espressione è di fondamentale importanza, ma qui non si tratta di censurare le opinioni, non è una censura delle opinioni. I giornalisti che hanno lavorato per tali media non sono interessati dalle sanzioni, ma c’è una clausola di non elusione e questa clausola di non elusione si applica anche ai giornalisti. Quindi la libertà di espressione non può essere invocata da altri media per aggirare le sanzioni”.
Della presenza dei giornalisti russi nei programmi televisivi italiani si sta occupando in Italia anche la commissione di Vigilanza, che ha coinvolto nella questione il Copasir per valutare se i cronisti ospitati possano essere considerati funzionari del Cremlino ed eventualmente espressione dei servizi segreti, e se ciò metta a rischio la sicurezza nazionale.