(di Maurizio Giannotti) Il The Guardian riporta che la Cina, la prossima settimana, inizierà la sperimentazione dei pagamenti nella sua nuova valuta digitale in quattro grandi città. Negli ultimi mesi, la banca centrale cinese ha intensificato lo sviluppo dell’e-RMB, che è destinata a essere la prima valuta digitale gestita da una grande economia.
Secondo quanto riferito dai media nazionali cinesi la sperimentazione è stata già avviata in diverse città, tra cui Shenzhen, Suzhou, Chengdu, nonché una nuova area a sud di Pechino, Xiong’an e aree che ospiteranno alcuni degli eventi per le Olimpiadi invernali di Pechino del 2022.
Il quotidiano statale China Daily ha affermato che la valuta digitale è stata formalmente adottata in alcune città con alcuni dipendenti pubblici che riceveranno i loro stipendi in questa nuova formula già a partire da maggio.
Sina News ha affermato che la valuta verrà utilizzata per sovvenzionare il trasporto a Suzhou, ma a Xiong il processo si è concentrato principalmente su cibo e vendita al dettaglio.
Dallo scorso aprile è già in funzione l’app che funzionerà per per archiviare e utilizzare la valuta digitale. Alcuni rapporti sostengono che aziende come McDonald’s e Starbucks hanno accettato di far parte del circuito. Starbucks ha, però, dichiarato al The Guardian che, invece, non intende aderire.
Le piattaforme di pagamento digitali sono già molto diffuse in Cina, Alipay, di proprietà di Ant Financial di Alibaba, e WeChat Pay, di proprietà di Tencent, ma ad oggi ancora non sostituiscono la valuta esistente.
Xu Yuan, professore associato presso l’istituto di ricerca sullo sviluppo nazionale dell’Università di Pechino, ha dichiarato all’emittente televisiva CCTV che le transazioni in contanti sono off line e non consentono alla banca centrale di monitorare il flusso di cassa in tempo reale. E poi la Cina ha bisogno di una moneta digitale nazionale sovrana.
“Una valuta digitale sovrana offre un’alternativa funzionale al sistema di regolamentazione del rapporto con il dollaro e attenua l’impatto di eventuali sanzioni o minacce di esclusione sia a livello di paese che di società“, afferma il rapporto China Daily della scorsa settimana.
In merito a questa novità assoluta, probabilmente tutti i paesi che operano con la Cina saranno costretti, in un futuro non molto lontano, ad adottare la nuova valuta digitale.
E’ bene non dimenticare come si stia muovendo la Cina nello scacchiere internazionale. Tra le operazioni più importanti e redditizie l’invasione in corso in Africa, con l’insediamento di un’importante base militare a Gibuti, la creazione sotto traccia di micro colonie cinesi in quasi tutte le città piccole, medie e grandi del mondo, l’acquisto e il controllo di infrastrutture rilevanti ed indispensabili per l’economia di uno Stato come porti, aeroporti autostrade, reti di telecomunicazione tramite la tecnologia 5G e via dicendo.
Facendo mente locale su ciò che sta accadendo sotto i nostri occhi, sicuramente con la connivenza di tanti soggetti nazionali e comunitari apparentemente sprovveduti, è chiaro che all’orizzonte vi è un disastro globale se gli egemonici progetti cinesi continueranno a trovare terreno fertile nel mondo occidentale.
In uno scenario catastrofico il dollaro USA, l’euro e tutte le altre monete sparirebbero e con esse tutti i nostri risparmi, il disastro sarebbe di gran lunga peggiore di quello abbattutosi sulla lira quando il governo Prodi decise l’ingresso italiano nella moneta unica alle condizioni che tutti conosciamo.
La valuta digitale sbandierata dalla Cina è una vera e propria dichiarazione di guerra che qualcuno proverà a relegare tra le solite diatribe planetarie di economia e finanza gestibili con ennesimi artifizi e comunque in qualche modo apparentemente controllabili.
A chi pensa di liquidare, in questo modo, l’argomento mi preme affermare che non è come sembra, questa è una mossa tesa ad accaparrarsi il dominio globale sull’economia, sulla finanza, sulla produzione, sul commercio , etc.. con il conseguente abbattimento delle sovranità nazionali, il controllo e l’asservimento dei popoli tramite la limitazione estesa delle libertà principali. Con una semplice parola, l’e-RMB la si potrebbe definire come il grimaldello per scardinare la porta della “stanza dei bottoni” per poi assumere il dominio del mondo.
Se penso poi alla pandemia che da alcuni mesi sta tempestando il pianeta ho quasi la sensazione che la stessa possa fungere da valido lubrificante per l’operazione di scasso.
Per inciso, ho anche il sospetto, non tanto vago, che in Italia non siano pochi quelli favorevoli al piano cinese e non mi riferisco agli annessi e connessi derivanti dalla BRI – Belt and Road Iniziative – ma ad altri indizi. Il Movimento delle Sardine auspica l’abbandono delle monete nazionali e l’avvento di una moneta planetaria. Il Movimento delle Sardine si dice sia nato da un ‘idea di Prodi & C. e c’è chi ha scritto che sia sostenuto finanziariamente dallo stesso gruppo. Il Prof. Romano Prodi gode di grandi “entrature” in Cina ai massimi vertici da decenni e la sua adesione acritica fin da subito alla BRI ne è una delle prove.
Come direbbe qualcuno, 3 indizi di questa natura sono una buona prova e … credo ci sia tanto altro da capire bene
Se la Cina dovesse adottare l’e-RMB dobbiamo solo sperare che la guerra cui darà origine sia contenuta ed eviti il passaggio…….”dalle parole ai fatti”, ma ho grandi dubbi sulle possibilità, capacità e volontà di contenimento dei nostri governanti