Terminato un G20 che lascia tante incognite su Russia-Ucraina e contrasto alla Cina

Al termine del G20 di Nuova Delhi è stata rilasciata una dichiarazione finale congiunta dove vengono trattati vari temi di interesse comune come clima, energia, sicurezza alimentare, ma anche empowerment femminile, salute, intelligenza artificiale e digitalizzazione e soprattutto il conflitto in Ucraina e la questione migratoria.

Sulla guerra in Ucraina è stato sctitto che “tutti gli Stati devono astenersi dalla minaccia o dall’uso della forza per perseguire l’acquisizione di territori contro l’integrità territoriale e la sovranità o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato“. Non vi è una vera e propria condanna esplicita all’aggressione russa.

Così come era era successo al G20 di Bali la situazione è identica: nessun riferimento esplicito alla Russia. A quanto pare le pressioni del ministro degli Esteri Sergei Lavrov hanno sortito gli effetti sperati, ovvero di non fare alcun riferimento al ruolo della Russia nella guerra.

Fino a pochi giorni fa, peraltro, sembrava che fosse addirittura possibile che alla fine i paesi membri del G20 non sarebbero riusciti a pubblicare una dichiarazione comune, proprio a causa dell’opposizione della Russia. Nei mesi scorsi, le varie riunioni ministeriali del G20 non erano mai riuscite a produrre un documento condiviso, e sembrava che anche la riunione finale potesse concludersi così, per la prima volta nella storia del G20. L’ultima bozza preparatoria della dichiarazione, elaborata dai cosiddetti “sherpa”, i negoziatori dei singoli paesi, conteneva una pagina bianca nella sezione in cui si parlava della questione della guerra in Ucraina.

Alla fine è stato trovato un compromesso che ha soddisfatto la Russia. Commentando la dichiarazione Lavrov ha detto che si tratta di una «pietra miliare» che «riflette pienamente la nostra posizione». Il governo ucraino ha invece criticato molto duramente il testo. Il portavoce del ministero degli Esteri, Oleg Nikolenko, ha detto in un post su Facebook che «l’Ucraina è grata ai suoi partner che hanno cercato di includere una formulazione forte nel testo. Allo stesso tempo, per quanto riguarda l’aggressione della Russia contro l’Ucraina, il G20 non ha nulla di cui essere orgoglioso».

Del compromesso raggiunto nella dichiarazione ha parlato anche la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, che lo ha definito un successo diplomatico: «Abbiamo lavorato per una dichiarazione che avesse un riferimento specifico all’Ucraina, non era un risultato scontato se si tiene in conto che le ministeriali sono tutte finite senza una dichiarazione finale. È una dichiarazione di compromesso ma la considero comunque importante in questo contesto».

Meloni: da Ue attenzione crescente nei confronti dell’Africa

Anche grazie al ruolo italiano l’Africa è stata centrale in questo G20. Non a caso l’Africa è stata anche al centro del mio intervento nella sessione plenaria di ieri e abbiamo anche partecipato a una riunione organizzata tra i leader dell’Unione Europea e quelli africani che erano presenti, io credo che anche questo sia un elemento molto importante. Racconta una crescente attenzione da parte dell’Unione Europeanei confronti del continente africano, questo è un elemento che va considerato anche grazie al ruolo che l’Italia ha svolto particolarmente nell’ultimo anno“.

Si è parlato chiaramente – ha ricordato – dell’instabilità crescente soprattutto nel Sael. Si è parlato di migrazione. Si è parlato di investimenti, si è parlato di crisi alimentare, ma c’è la volontà di stringere le maglie della cooperazione con i paesi africani da parte dell’Unione europea. Ribadisco, l’Africa sarà anche una delle questioni centrali che porteremo alla presidenza del G7 il prossimo anno che sarà a guida italiana”.

La nuova Via della Seta indiana

Al G20 va in scena anche l’alternativa alla Belt & Road Initiative cinese ad opera di Usa, India, Emirati Arabi e Arabia Saudita e con il probabile ingresso di Israele. L’idea è quella di collegare l’Indo-Pacifico al Medio Oriente e di converso all’Europa

Alla base dell’iniziativa ci sarebbe un accordo tra Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti, India e Arabia Saudita che rappresenta un punto di svolta che rafforzerebbe la connettività tra India e Medio Oriente e mirerebbe a contrastare la Belt & Road Initiative che compie quest’anno dieci anni.

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