La minaccia dinamica impone una costante rivalutazione dei protocolli di controllo ed accesso e la conseguente dotazione specifica di difesa che dovrebbe essere scevra dal politically correct (cosa che non sempre avviene). Un vehicle-ramming attack richiede particolari protocolli di risposta poiché le armi di piccolo calibro delle forze di polizia non riuscirebbero ad arrestare la minaccia.
Il paradigma muta notevolmente in presenza di una formazione di veicoli (non ancora avvenuta la protezione balistica del mezzo). La strategia, già testata in Iraq e Siria, prevede un primo VBIED (con componente IED a bordo) utilizzato per sfondare il perimetro difensivo e detonare così da lasciare sgombera l’area. Il secondo VBIED, con un carico esplosivo nettamente maggiore, si dirigerebbe indisturbato verso il punto stabilito. Scenari che impongono una rivalutazione dei protocolli di e risposta armata nell’equazione difensiva.
L’equazione di un attentato è dinamica. Aspettiamoci diversi approcci tattici nei prossimi mesi, attacchi multipli con possibile presenza di IED. La minaccia è ancora ad uno stato embrionale: potrebbe corazzarsi (A-VBIED) o ingigantirsi (M-VBIED).
di Franco Iacch