Non è stata colpa di polizia ed MI5 (il servizio di controspionaggio) se non sono riusciti ad impedire i sanguinosi attentati terroristici che nel corso di quest’anno hanno colpito il Regno Unito: lo affermano le inchieste interne avviate dopo la serie di attacchi, secondo quanto anticipato dal quotidiano “The Guardian” il quale critica tuttavia il fatto che sia stato concesso alle forze di sicurezza di investigare su sè stesse, benchè sotto la supervisione di un avvocato indipendente. Il giornale sottolinea comunque che dalla “revisione” effettuata siano emerse una serie di raccomandazioni allo scopo di rendere più efficiente la lotta al terrorismo e riuscire a prevenire nuove attentati: maggiore coordinamento tra polizia e servizi segreti ed un miglior sistema di analisi dei dati ricavati dalle attività dei sospetti terroristi via internet o telefoni cellulari. In particolare viene suggerita la messa a punto di un nuovo algoritmo in grado di scandagliare la vita digitale di 20 mila persone sospette e di allertare in tempo reale le forze dell’ordine nel caso che venga rilevata anche la minima possibilità che stiano preparando un attentato: attualmente sono solo 3 mila i sospetti terroristi sotto costante monitoraggio dei servizi di sicurezza britannici.