Il quotidiano laburista “The Guardian” scrive in un articolo che il Cremlino, è soddisfatto dell’esito delle elezioni politiche italiane. Secondo Putin la vittoria della Lega di Salvini e dei pentastellati potrebbe avvicinare, in politica estera, l’Italia alla Russia. Nell’articolo, la corrispondente da Roma Stephanie Kirchgaessner nota come nella campagna elettorale si sia parlato assai poco di politica estera: ma gli accenni fatti sia dal Movimento 5 stelle (M5s) che dalla Lega (ex Lega nord) alla possibilità che il paese esca dalla Nato, la loro richiesta di abbandonare le sanzioni contro la Russia che hanno danneggiato l’economia italiana e l’appoggio che entrambi hanno dato all’intervento militare russo in Siria fanno pensare, secondo la giornalista inglese, ad un possibile allontanamento dell’Italia dalla sua tradizionale partecipazione all’Alleanza Atlantica e dai suoi stretti legami con gli Stati Uniti. Nonostante le smentite degli interessati, il “Guardian” elenca i numerosi segni dei legami dei due partiti populisti con la Russia di Putin e cita il professore Raffaele Marchetti dell’Universita’ Luiss di Roma, il quale ricorda come ad un evento organizzato l’anno scorso dall’ambasciata russa in Italia fossero presenti esponenti politici appartenenti a due soli partiti italiani, appunto il M5s e la Lega. Secondo un esperto citato dal quotidiano laburista, non è detto che l’aumentata influenza di questi due partiti sulle scelte politiche dell’Italia portera’ a grandi cambiamenti nelle relazioni con la Russia; ma essi potrebbero voler negoziare su una serie di questioni: dall’utilizzo in funzione anti-Cremlino delle basi Nato, alla loro resistenza a nuove sanzioni anti-russe o al rinnovo di quelle attuali, fino a richiedere una riduzione della presenza militare italiana nei Balcani. E poi c’è la Libia, uno scacchiere dove gli interessi dell’Italia sono molto forti: M5s e Lega potrebbero infatti, secondo il “Guardian”, essere assai più flessibili sul coinvolgimento russo in quel teatro ed essere aperti ad un negoziato con il generale Khalifa Haftar, che controlla metà del territorio libico e gode del sostegno della Russia; mentre finora l’uscente governo italiano ha appoggiato con forza il rivale di Haftar, cioè il premier Fayez al Serraj che guida un governo di unita’ nazionale riconosciuto dalle Nazioni Unite.