(di Massimiliano D’Elia) Con la condanna a tre anni e cinque mesi inflitta al viceministro Rixi, per peculato e falso, la Lega non è più presente al ministero delle Infrastrutture.
Come era immaginabile la sentenza del tribunale di Genova ha contribuito ad accelerare la strategia di Salvini per mettere sempre più all’angolo “l’alleato” di governo. Abilissimo a capitalizzare su ogni vicenda. In questo caso Matteo Salvini ha subito accettato le dimissioni del viceministro, nominandolo responsabile trasporti della Lega, e ha annunciato che ne lui ne Armando Siri verranno sostituiti. Salvini punta più in alto.
“Non chiedo niente a nessuno, ma è chiaro che su alcuni settori ci sono problemi…”. Nel mirino ci sarebbero Danilo #Toninelli, Elisabetta #Trenta e Sergio #Costa.
Per le infrastrutture Salvini sostiene che codice degli appalti va sospeso per due anni. Così facendo il leader della Lega Matteo Salvini riapre la partita del decreto legge sblocca cantieri e prova a cambiargli radicalmente segno, da provvedimento soft che finora ha sbloccato ben poco a misura radicale che volta pagina nella disciplina delle opere pubbliche.
“Per difendere l’ambiente non puoi bloccare un intero Paese”. Il riferimento è chiaro contro il ministro Costa che ha tentato di bloccare la Pedemontana, opera tanto cara a Salvini e al governatore del Veneto Zaia.
“I militari meritano copertura politica totale: ho come avuto l’impressione che non tutti si siano sentiti protetti e tagliare gli investimenti sulla difesa è suicida”. L’attacco è rivolto chiaramente al ministro della Difesa, Elisabetta Trenta.
Per Di Maio, invece, fresco di conferma dal voto della “rete” con l’80 per cento di gradimento sono intoccabili il ministro Trenta e Costa, mentre sarebbe in pericolo Giulia #Grillo alla #Sanità.
Ma proprio alla Difesa ieri un terremoto. Il pentastellato Angelo #Tofalo, sottosegretario alla Difesa, in odor di sostituzione e sospettato di voler saltare sul carro leghista, ha accusato la sua ministra di “scelte incomprensibili, quasi mai coordinate politicamente, che hanno solo rafforzato, a causa di errori grossolani, l’influenza di capi e capetti del passato”.
Il Movimento ha subito risposto con una nota: “molto gravi le sue parole”.
A Salvini non pare vero questo assist di Tofalo per sensibilizzare il movimento a prendere una decisione quanto prima. Rinvigorito dalle ultime vicende, Salvini, detta sempre di più l’agenda di governo e fa capire che un rimpasto di governo sarebbe opportuno. Sempre ieri Salvini e il suo prezioso entourage di economisti del carroccio sono andati dal ministro Tria per dettare la risposta da inviare alla Commissione Ue, sulla richiesta di chiarimenti alle azioni economiche poste in essere dall’Italia per abbattere l’alto valore del debito pubblico.
La reazione di Di Maio
Di Maio probabilmente rivedrà qualcosa a livello di sottosegretari, per evitare una crisi di governo per tutto il mese di giugno. Deadline per poter organizzare le elezioni anticipate a settembre.
Per questo motivo ora il M5S risponde alle provocazioni di Salvini con il silenzio. Nel frattempo Giuseppe Conte, sempre più in balia di se stesso, prosegue a navigare a vista. Ieri consiglio dei ministri “annacquato” per l’esame di leggi regionali e per inviare al Quirinale le dimissioni di Rixi.
Di Maio confermato dalla base sulla rete
Il voto sulla piattaforma #Rousseau si è concluso ieri sera e 1’80 per cento degli iscritti ha risposto sì al quesito sulla conferma del capo politico.
Per lui 44.849 voti, contro 11.278. Partecipazione record, esulta il blog delle stelle per i 56mila votanti, più delle altre volte.
Il sistema hanno fatto sapere i pentastellati, ha retto nonostante tre tentativi di attacchi hacker.
Di Maio dal profilo Facebook: “Vi voglio bene!”. “Non mi monto la testa, questo è il momento dell’umiltà. Ripartiremo più forti di prima. Per il M5S e per il governo italiano che sosteniamo”.
Ora Di Maio si affretterà per pensare ad una riorganizzazione interna del movimento per renderlo più vicino ai cittadini. Ci sarà dunque una nuova struttura organizzativa, con deleghe sui vari dossier, compresa la tanto discussa comunicazione, sotto il fuoco incrociato delle critiche.