Rimangono accesi i toni tra Russia e Stati Uniti sulla questione “Siria” malgrado l’accordo embrionale siglato tra Putin e Trump.
I presidenti di Russia e Stati Uniti lo scorso 11 novembre hanno pubblicato un comunicato congiunto sul conflitto in Siria, fatto raro vista la complessità delle relazioni tra Washington e Mosca. “Nessuna soluzione militare” e sostegno a una “soluzione politica” attraverso il “processo di Ginevra” sotto l’egida delle Nazioni Unite, hanno dichiarato.
Il doppio veto di Mosca di giovedì e venerdì scorso, al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite contro una risoluzione americana per prorogare il mandato degli esperti internazionali che indagano sulle armi chimiche in Siria, ha però acuito un clima che era già teso.
Da una parte, i russi spiegano: “Gli americani dicono che i russi sono impegnati a spostare l’Iran e i suoi alleati dalle frontiere, israeliana e giordana, ma i russi rispondono che gli americani non hanno compreso nulla”. Dall’altra gli Stati Uniti affermano: “La Russia dimostra che non è affidabile né credibile nel processo verso una soluzione politica in Siria, la Russia ha dato una volta di più la priorità alla protezione del regime Assad”.
Queste dichiarazioni sono sicuramente un segnale che rimette in discussione i benefici che sarebbero potuti scaturire a seguito del comunicato congiunto dello scorso 11 novembre tra le due super potenze.