Wide News raconta la disavventura giudiziaria di 8 uomini delle forze dell’ordine accusati di concussione.
Nel 2012 vengono arrestati in otto, tra carabinieri e poliziotti, accusati di aver preteso buoni e pieni di benzina e consumazioni gratis al fine di non denunciare irregolarità emerse dai controlli effettuati su strada a camionisti e trasportatori. Il processo si svolge a Trani, presieduto dall’ ex pm Michele Ruggiero. Davanti al gup, tutti decidono per il rito abbreviato. Degli otto arrestati, cinque vengono assolti subito, mentre due carabinieri, rispettivamente di Foggia e Bari, vengono condannati a pene che vanno da otto mesi all’anno di reclusione.
I primi di agosto di quest’anno, la Corte d’Appello di Bari, si esprime con una sentenza che annulla la condanna in primo grado e assolve, con formula piena, anche loro, perché il fatto non sussiste.
Per l’avvocato Antonio La Scala, presidente dell’associazione Gens Nova, nonché difensore di uno degli accusati, le motivazioni che hanno portato i giudici a scagionare, ora, anche i 2 militari e l’agente di polizia, vanno lette in riferimento ad un principio di diritto che fuoriesce dal caso concreto.
“Infatti”, spiega l’avvocato, “Cosa dice il diritto? E qui devo menzionare il primo “pacchetto storico” anticorruzione voluto da Cantone. Mi riferisco in particolare al Codice deontologico del Pubblico Dipendente, introdotto subito dopo l’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) e, nella fattispecie, alla 190 del 2012, dove si mette bene in evidenza la differenza tra i possibili problemi legati alla regalia e quelli, invece, più specifici del reato di concussione”.
“La concussione per essere tale, deve prevedere, da parte di un Pubblico Ufficiale, l’abuso delle sue funzioni specifiche, attraverso pratiche di costrizione o istigazione, finalizzate ad ottenere danaro o altro da un comune cittadino, per scagionarlo da segnalazioni o contestazioni su irregolarità commesse. Insomma, come dire, mi dai o prendo ciò che mi offri e chiudo gli occhi su quello che non va. Nel caso della regalia, il codice deontologico la ammette, ma non deve superare i € 150, quindi deve essere di modico valore, deve essere elargita occasionalmente e a titolo di cortesia. Nella sentenza di cui sopra, questo diritto viene specificato, così come viene pure sottolineato, parlando del mio assistito, accusato di aver preso un buono benzina, la sua totale estraneità ai fatti. Per cui, niente concussione ma, in questo caso, neanche regalia. Certamente la regalia, che non costituisce di per sé reato, è, comunque, una cattiva abitudine a livello disciplinare. Sempre meglio evitarla, ma non è un atto contrario ai doveri d’ufficio. Cattiva prassi sì, ma non è un fatto che può costituire un reato penale. Mettere in evidenza che per tutti c’è stata assoluzione è determinante, ma lo è ancor di più, specificare che non si è trattata di una “semplice o sola” assoluzione con formula piena, perché queste persone devono essere riabilitate pienamente, com’è loro diritto, in base a questa norma precisa, espressamente tutelata dal codice etico e dal primo pacchetto anticorruzione.”