(di Massimiliano D’Elia) Ieri alle 18.00 altra diretta a reti unificate del nostro presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Dopo aver annunciato l’apertura totale del Paese ha parlato, sempre con “modus-tempus” verbale coniugato al “futuro”, su quello che si dovrà fare nella fase 3. Ha disegnato un Piano per l’Italia molto ambizioso per un nuovo Paese con divario Nord-Sud, totalmente azzerato. Una specie di sogno basato su un futuro che per definizione è “incerto”. Ma non è il momento delle critiche, occorre rimboccarci le maniche e mettere in campo le migliore risorse per credere in questo “sogno”, solo così forse ne usciremo. Certo è che per realizzare questo sogno, al momento, tra gli attori che dovrebbero attuarlo c’è molta confusione e mi auguro che non vi sia l’attacco alla diligenza di quei 172 miliardi di euro che l’Ue ha promesso all’Italia.
Ma la fase 3 dovrà affrontare la crisi economica che già bussa alla porta con inusitato vigore, facendo intravedere un futuro non proprio confortante. E’ di ieri la notizia data dall’Inps che prevede entro la fine di quest’anno 400mila nuovi disoccupati.
La parola d’ordine del premier è quindi: “Dobbiamo fare presto”, e per fare ciò apre la porta di Palazzo Chigi alle opposizioni e a tutte le parti sociali per un tavolo di confronto, già la prossima settimana, per elaborare un “Piano di Rinascita“.
Occorre fare presto perché gli 80 miliardi previsti dai tre decreti del Governo (Cura Italia, Liquidità e Rilancio) tardano a trovare pratica attuazione. I legacci burocratici da una parte e le tensioni politiche dall’altra fanno si che le risorse non riescono ad arrivare immediatamente agli aventi diritto. Ma il punto nodale ora è quello di presentare un Piano all’Europa credibile e soprattutto attuabile, Piano indispensabile per poter ambire ai famosi 172 miliardi di euro previsti dal “Next Generation Plan” (la diligenza ndr). Il sontuoso programma di stanziamenti messo a punto da Bruxelles che comprende una serie di misure che vanno dal fondo Sure alla Bei, dall’emissione di eurobond da parte della Bce per il Recovery Fund ai fondi del Mes.
Ricordiamo che parliamo sempre di prestiti anche se una parte pari a circa 90 miliardi di euro dovrebbe essere a fondo perduto. L’intera somma verrà data a rate ai singoli Paesi, secondo gli obiettivi raggiunti del Piano di Rinascita presentato.
Una montagna di denaro, quella del Recovery Fund, che potrà essere disponibile solo a partire dalla primavera 2021 perché il fondo è legato al bilanci oUe 2021-27. Conte, al riguardo ha detto che ha parlato con la presidente della Commissione Von der Lyen per prevedere un anticipo già a settembre. Anticipo che, secondo i calcoli dei burocrati Ue si aggira a 17,4 miliardi per l’intera Eurozona, all’Italia andrebbero un paio di miliardi, poca roba.
Conte ha anche dato un assaggio delle linee sui cui dovrà posare il Piano di Rinascita italiano. Superare i problemi strutturali e ridisegnare il Paese con misure epocali che vanno dall’alta velocità (senza “pregiudizi” verso un’opera come il Ponte sullo Stretto) a tasse più basse e progressive (“pagheranno tutti ma pagheranno tutti meno”, assicura), da burocrazia più snella e riforma dell’abuso di ufficio alla fiscalità di vantaggio per il Sud.
La prossima settimana Conte convocherà gli stati generali dove verrà utilizzata come base di lavoro il rapporto della task force di Vittorio Colao, che a dire di Conte, dovrebbe arrivare nelle prossime ore.
Dalle parole di Conte vi è anche l’apertura alle opposizioni con l’intento di scrivere insieme “il Piano di Rinascita” con la promessa di non ‘usare’ i 172 miliardi che potrebbero arrivare dal Recovery Fund come un “tesoretto” per lucrare consenso.
Il dialogo, scrive l’Ansa, si è già intensificato tra la maggioranza, sia Pd che Iv, e Forza Italia, dopo la lettera di apertura al dialogo di Silvio Berlusconi.
Mentre Matteo Salvini non sembra fidarsi troppo e “sfida” Conte a non escludere l’opposizione “come fatto finora” e prendere in considerazione le proposte leghiste su “burocrazia zero e flat tax”.
Lapidaria Giorgia Meloni: dietro la conferenza stampa convocata da Conte nel cortile di Palazzo Chigi nel giorno della riapertura totale alla circolazione tra le regioni, ci sono solo nuove “promesse”, con un atteggiamento “surreale” di chi continua ad “annunciare bellissime cose” senza realizzarle. Non è un buon viatico. Anche se Conte sceglie di tenere toni bassi nel commentare la manifestazione del centrodestra del 2 giugno, senza mascherine e distanziamenti: “Giusto manifestare, ma serve prudenza”.
“The Italian Dream”, chissà se lo vedremo mai con queste premesse.