(Andrea Pinto) Tante le promesse del governo giallo verde, una tra le più attese il varo della legge “Corda” sulla sindacalizzazione dei militari proposta con convinzione dal M5S. Il ministro della Difesa, Elisabetta #Trenta prima fra tutti, con l’emanazione di una circolare ministeriale, ha recepito le indicazioni della Consulta che ha sancito con la sentenza n. 120/2018 la incostituzionalità della norma vigente che vieta ai militari di poter costituire le Associazioni a carattere sindacale. Da quel momento sono nate tante Associazioni Sindacali di militari delle varie Forze Armate e Corpi Armati dello Stato. Tutte le costituitesi Associazioni Sindacali sono state, anche, audite in Commissione Difesa per affinare la bozza della Legge #Corda che sarebbe dovuta essere proposta in Aula, probabilmente già dopo l’estate. Con la crisi di Governo in corso la Legge che avrebbe dato ai Sindacati Militari una cornice legislativa, diventa sempre più un miraggio, con buona pace dei diritti dei cittadini con le stellette. Le Associazioni Sindacali dei Militari sono in comprensibile agitazione e non vogliono che una svolta epocale per i cittadini con le stellette cada nell’oblio.
Al riguardo è appena arrivata in redazione una nota stampa congiunta di SIULM – Sindacato Unitario Lavoratori Militari – SINAFI – Sindacato Nazionale Finanzieri – SIM Aeronautica – SIM Guardia Costiera -SIM Guardia di Finanza” – NSC – Nuovo Sindacato Carabinieri – SIM Marina:
Le scriventi associazioni sindacali militari seguono con apprensione la crisi politica delle ultime ore. Le conseguenze della caduta di questo governo per il processo di sindacalizzazione militare che va avanti ormai da 14 mesi e che non ha ancora visto la luce con una legge che ne sancisca l’operatività, in ottemperanza alla storica decisione della Consulta n.120/2018, sarebbero certamente nefaste. Il rischio sarebbe restare in balìa di circolari fortemente limitative emanate dal Gabinetto del Ministro – deleghe sindacali fuori orario di servizio, divieto di trattare problematiche del singolo militare-. Inoltre, si cristallizzerebbe l’attuale e non più tollerabile situazione ibrida di convivenza con la Rappresentanza Militare, le sue milionarie spese annuali, che la Corte Costituzionale ha inteso abolire all’atto della piena operatività delle Associazioni Sindacali – che hanno già ad oggi sostenuto in proprio migliaia di euro di costi per la fondazione -.
Alla luce dei fatti e di tali inaspettati risvolti politici, le scriventi associazioni sindacali chiedono al ministro Trenta un gesto di responsabilità: circolari che garantiscano vera operatività alle nostre associazioni e non la sterilizzazione di quanto deciso dalla Consulta, che avrebbe dovuto costituire una vera rivoluzione per i diritti dei cittadini con le stellette e che invece rischiamo che sia mandata alla deriva.
Nel caso in cui questa nostra ennesima richiesta dovesse restare lettera morta dovremmo constatare, con enorme rammarico, lo scollamento tra le Istituzioni della nostra Amata Repubblica e i suoi cittadini in divisa, che con il loro impegno e sacrificio garantiscono la sicurezza interna e esterna dello Stato e assicurano la salvaguardia delle Istituzioni.