(di Massimiliano D’Elia) Il Ministro dell’Economia e Finanze italiano Giovanni Tria da Milano, in occasione del Bloomberg European Capital Markets Forum, ha voluto confermare la sua linea, ovvero che l’Italia rispetterà i parametri europei (deficit intorno all’l,6%) cercando di fare una manovra per contrastare la povertà e l’alto livello delle tasse che hanno portato alla contrazione degli investimenti pubblici mettendo a rischio il futuro dell’Italia.
Tria ritiene necessario che gli investimenti pubblici debbano aumentare da 30 a 45 miliardi di euro all’anno per consentire all’Italia di tornare a crescere alla pari degli altri paesi europei. In alternativa, il Ministro Tria ha fatto capire che sarebbe pronto a dimettersi.
Una doccia fredda per Di Maio, “nessuno ha chiesto le dimissioni del ministro Tria ma pretendo che il ministro dell’Economia di un governo del cambiamento trovi i soldi per gli italiani che momentaneamente sono in grande difficoltà. Gli italiani in difficoltà non possono più aspettare, lo Stato non li può più lasciare soli e un ministro serio i soldi li deve trovare”.
I pentastellati spingono per mantenere le promesse elettorali e in questo momento vogliono colpire le pensioni oltre i 4.500 euro mensili e ridurre le disponibilità per le Regioni che ancora non tagliano i vitalizi dei loro ex consiglieri. Peccato che il recupero di tali risorse sia davvero “insufficiente” per le ambizioni M5S.
Di Maio ha anche annunciato durante la trasmissione “Di Martedì”.
“Abbiamo fatto una riunione con la Lega e la settimana prossima presentiamo una proposta di legge costituzionale per tagliare 345 parlamentari”.
Rimane il nodo del reddito di cittadinanza, poiché non si conosce l’impatto sui conti pubblici e la platea interessata, assistenza ai poveri o ai disoccupati?
Tria propone di toccare l’Irpef, “il Governo è impegnato a ridurre il carico fiscale e questo va ben oltre la flat tax. Siamo allo stadio avanzato di un piano che semplifichi l’imposta sul reddito personale, riducendo la pressione sulla classe media, con un impatto gestibile sul budget”.
Tria ha ribadito che è necessario aumentare la spesa per chi perde il lavoro e va accompagnato fino ad un nuovo impiego. “Dobbiamo fornire schemi di tutela”. Sempre Tria, “le misure citate non cambieranno il nostro impegno sulla riduzione del debito”. E nemmeno l’impegno sulle «riforme strutturali”, come quella della riforma della giustizia civile, che saranno però all’insegna della crescita dell’Italia. «Il governo si è impegnato a una legislatura di cinque anni con un’attuazione progressiva delle riforme”. E, nel rispetto dei vincoli europei si impegna in un percorso di sviluppo, tenendo conto dei diversi bisogni sociali, che crei una solida base per una crescita di lungo termine”.
Di fronte a misure ragionevoli del Ministro Tria è evidente l’imbarazzo del M5S che si trova in mezzo tra la realtà delle risibili risorse economiche e lo strapotere della Lega che, giorno dopo giorno, rosicchia consensi anche ai pentastellati. Una condizione ideale per Salvini, che ha posto alla base della sua azione di governo la questione dei migranti molto cara agli italiani e che probabilmente riuscirà a far risparmiare allo Stato circa 5 miliardi di euro all’anno. Salvini, per ora, rimane in tribuna a godersi lo spettacolo.