Ieri PRP Channel ha ampiamente trattato in un editoriale la NATO alla luce della nuova strategia globale degli Usa e della difficoltà nel relazionarsi con la Turchia, ritenuta dagli analisti “bivalente”.
E’ stato un caso che nel corso della stessa giornata Donald Trump, in riferimento alle mire turche sui curdi siriani dell’Ypg, abbia inondato la rete con “tweet” velenosi, come sempre non concordati con i suoi più stretti collaboratori di governo, specialmente il “guru” della politica estera il Segretario di Stato, Mike Pompeo.
Trump: “Devasteremo la Turchia economicamente, se colpirà i curdi”.
Pompeo che era in Arabia Saudita, incalzato dai giornalisti ha suggerito loro di chiedere al capo della Casa Bianca cosa intendeva dire. Pompeo aveva anche già incontrato il ministro degli esteri turco Cavusoglu per trattare un compromesso, al fine di creare una zona cuscinetto di 20 miglia. I curdi nei centri urbani dove si trovano e i turchi nelle zone di campagna. Il tweet di Trump, a quanto pare, ha rimescolato di nuovo le carte.
Repentina, quindi, la reazione della Turchia.
Il ministro degli Esteri di Ankara, Mviut Cavusoglu: “Non vai da nessuna parte, minacciando la Turchia economicamente. Non ci lasceremo intimorire o fermare da qualsiasi minaccia. Le alleanze strategiche non andrebbero discusse via Twitter, ma questa probabilmente è una dichiarazione ad uso interno per rispondere ai suoi critici”.
Il portavoce del presidente Erdogan: “I terroristi non possono essere i tuoi partner o alleati».
Così come riporta La Stampa, nel messaggio Trump ha voluto dare quattro messaggi:
- se l’Isis si riformerà gli Usa continueranno ad attaccarlo da una base vicina, presumibilmente in Iraq.
- la Turchia verrà devastata economicamente se colpirà i curdi dello Ypg, che hanno combattuto con gli americani per sconfìggere il Califfato e considerati da Ankara come terroristi in qualità di emanazione del Pkk.
- occorre creare una zona cuscinetto di 20 miglia per garantire la sicurezza dei turchi, e i curdi devono astenersi dal provocarli.
- i nemici naturali Russia, Iran e Siria sono stati i principali beneficiati dall’intervento Usa per distruggere lo Stato islamico, “ma anche noi ne abbiamo tratto vantaggi e ora è venuto il momento di riportare le truppe a casa”.
In tutta la vicenda non è da trascurare che la Turchia è anche un membro della Nato e che la minaccia Usa è per la prima volta rivolta contro un Alleato. La mutazione dell’Organizzazione transatlantica, probabilmente è già in atto, dove gli interessi nazionali superano lo spirito costitutivo dell’Alleanza stessa, che probabilmente necessita di essere rivisitata alla luce delle nuove sfide del 21° secolo.