di Antonio Adriano Giancane
Con il ritorno di Donald Trump sulla scena politica, il mondo si interroga sulle implicazioni di una possibile nuova stagione di politiche economiche protezionistiche da parte degli Stati Uniti. Intervistato dall’Economic Club di Chicago, Trump ha sintetizzato la sua visione con una frase emblematica: “Per me, la parola più bella del dizionario è tariff (dazi)”. Per il Tycoon, i dazi rappresentano molto più di un semplice strumento economico: sono una strategia chiave per difendere gli interessi nazionali e ristabilire quella che lui definisce una “giustizia commerciale”.
La Cina, principale avversario economico degli Stati Uniti durante il primo mandato di Trump, ha scelto inizialmente un approccio distensivo. Il ministero del Commercio cinese ha dichiarato la disponibilità a dialogare per risolvere le divergenze e promuovere una cooperazione vantaggiosa per entrambe le parti. Tuttavia, dietro questa apparente apertura, Pechino prepara contromisure decise, pronta a rispondere con ritorsioni contro le aziende americane qualora Trump riaccendesse la guerra commerciale.
Anche l’Europa guarda con apprensione al ritorno di un’agenda economica protezionista. Nel 2023, le esportazioni europee verso gli Stati Uniti hanno raggiunto un valore di 500 miliardi di euro, rendendo l’economia del Vecchio Continente fortemente dipendente dal mercato americano. Se Trump decidesse di imporre nuovi dazi, le perdite per l’Europa potrebbero aggirarsi intorno ai 250 miliardi di euro, colpendo settori strategici come l’automotive e l’agroalimentare.
Nonostante le incertezze, i leader europei hanno adottato un approccio diplomatico. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha espresso fiducia in una collaborazione con l’amministrazione Trump, ricordando l’esperienza maturata durante il precedente mandato. Anche Emmanuel Macron ha invocato la cooperazione, sottolineando la necessità di un’Europa più forte e unita per affrontare le sfide globali. Un messaggio condiviso anche dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, con il quale Macron ha avviato un dialogo per un coordinamento più stretto.
Il ritorno di Trump e delle sue politiche economiche aggressive rischia di ridefinire gli equilibri internazionali. La strategia protezionistica americana potrebbe innescare tensioni commerciali su scala globale, costringendo le principali potenze – dalla Cina all’Europa – a rivedere le loro strategie di cooperazione e competizione. In un contesto di crescente incertezza, la sfida sarà trovare un nuovo equilibrio tra difesa degli interessi nazionali e stabilità economica globale.
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