di Antonio Adriano Giancane
Il conflitto tra Ucraina e Russia entra in una nuova fase dopo le recenti dichiarazioni del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha mostrato la volontà di riprendere i negoziati con Mosca e di ricucire i legami con Washington. In un appello pubblicato sui social, Zelensky ha dichiarato che l’Ucraina è “pronta a venire al tavolo dei negoziati il prima possibile“, cercando di rimediare alla rottura diplomatica che ha caratterizzato la sua recente visita alla Casa Bianca. La frattura tra i due alleati sembra essersi manifestata dopo una discussione infuocata nello Studio Ovale, che ha portato gli Stati Uniti a sospendere le forniture di armi militari vitali per l’Ucraina.
Il presidente ucraino ha cercato di placare gli animi, definendo la situazione “deplorevole” e ribadendo la sua disponibilità a firmare un accordo sui minerali con gli Stati Uniti, che sarebbe potuto diventare un punto di partenza per un cessate il fuoco duraturo. Nonostante l’intensificarsi delle critiche da parte di Donald Trump, che ha accusato Zelensky di rifiutare una pace immediata senza garanzie di sicurezza, il presidente ucraino ha sottolineato la sua intenzione di lavorare per raggiungere una pace stabile.
Ma la vera novità sembra arrivare dalle manovre diplomatiche di Trump, che sta cercando di fare leva sulla questione delle sanzioni contro la Russia. Fonti vicine alla Casa Bianca rivelano che l’ex presidente ha ordinato ai dipartimenti di Stato e del Tesoro di stilare una lista di misure punitive che potrebbero essere allentate, in un tentativo di ammorbidire le tensioni con Mosca e facilitare i negoziati. Questo piano potrebbe riguardare non solo le sanzioni contro entità russe, ma anche quelle dirette a singoli individui, tra cui oligarchi legati al Cremlino. Sebbene non ci siano ancora dettagli precisi su cosa gli Stati Uniti chiederanno in cambio, alcune voci suggeriscono che la mossa potrebbe essere legata alla questione dell’Iran, con l’intento di bilanciare gli effetti inflazionistici derivanti dalle sanzioni al settore energetico russo.
Il piano di Trump si inserisce in un contesto di crescente pressione sulla leadership ucraina. L’idea di una tregua, proposta da diversi Paesi europei, tra cui la Francia, sta guadagnando terreno, con il presidente Macron che ha lanciato l’ipotesi di un cessate il fuoco parziale di un mese. Ma, mentre alcune capitali europee sembrano favorevoli a una pausa nelle ostilità, Zelensky ha mostrato un’apertura cauta, suggerendo che un accordo su missili, droni e altre infrastrutture civili potrebbe essere la chiave per un cessate il fuoco. Tuttavia, la decisione degli Stati Uniti di sospendere gli aiuti militari ha suscitato preoccupazioni a Kiev, in particolare per quanto riguarda la difesa contro gli attacchi russi alle infrastrutture energetiche ucraine, per i quali i sistemi “Patriot” americani sono cruciali.
Trump, nel frattempo, si sta preparando a dare una nuova spinta alle sue ambizioni di mediazione, avviando colloqui con Mosca per migliorare le relazioni diplomatiche ed economiche tra Stati Uniti e Russia. Se il presidente ucraino ha cercato di riavvicinarsi a Washington, Trump sta cercando di aprire nuovi canali con il Cremlino. La tensione, dunque, resta alta, con l’ex presidente che ha recentemente confermato colloqui telefonici con Vladimir Putin, segnando una ripresa del dialogo tra le due superpotenze, finora escludendo Ucraina e paesi europei da questo processo.
In questo scenario complesso, non è ancora chiaro quale possa essere la leva negoziale degli Stati Uniti con Mosca per portare alla fine del conflitto. La diplomazia di Trump, però, ha già mostrato di saper rompere gli schemi tradizionali, e la sua posizione potrebbe essere determinante per le sorti di questa guerra che ha già causato innumerevoli sofferenze.
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