di Emanuela Ricci
Detto, fatto: il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato la decisione di interrompere le forniture di armi all’Ucraina. La mossa non tanto a sorpresa, perchè minacciata in più occasioni dopo lo scontro nello studio ovale con il presidente ucraino Zelensky, segna un significativo cambiamento nella politica statunitense nei confronti del conflitto tra Kiev e Mosca. In allarme gli alleati della NATO e dell’Unione Europea, mentre la Russia celebra il momento che potrebbe dare la vittoria e l’annessione dei territori ucraini, invasi e poi conquistati con la forza delle armi.
Ora toccherà vedere se l’annunciata “coalition of willing” a guida inglese sarà in grado di rimediare in tempi brevissimi. Ad oggi non conosciamo chi dovrebbe far parte di questa coalizione dei volenterosi. Certo è che la premier italiana Giorgia Meloni, ieri ospite di XXI secolo su Rai uno ha detto: “Sulla proposta di invio di soldati europei avanzata dalla Francia e dalla Gran Bretagna, l’Italia ha espresso le sue perplessità, secondo me è una cosa molto complessa nella realizzazione, non sono convinta dell’efficacia, è la ragione per la quale, come si sa, abbiamo detto che non manderemo i soldati italiani in Ucraina. Sicuramente è un momento nel quale tutti coloro che fanno delle proposte stanno facendo una cosa utile nel tentativo di cercare una soluzione”.
Ritornando a Trump, secondo fonti della Casa Bianca, il presidente americano avrebbe giustificato la sua scelta sostenendo che continuare a inviare aiuti militari all’Ucraina significherebbe “prolungare inutilmente il conflitto” e che gli Stati Uniti “non possono più permettersi di sostenere finanziariamente una guerra che non li riguarda direttamente”. L’annuncio ha avuto immediate ripercussioni diplomatiche, con diversi leader mondiali che hanno espresso il loro disappunto.
Il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha dichiarato che la decisione “mina la sicurezza dell’Europa e la stabilità globale” e ha esortato gli altri alleati a intensificare il proprio supporto all’Ucraina. L’Unione Europea, attraverso la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, ha espresso “profonda preoccupazione” e ha confermato l’intenzione di rafforzare gli aiuti a Kiev per compensare la perdita del sostegno statunitense.
Dal canto suo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha reagito con fermezza, affermando che “l’Ucraina continuerà a combattere con o senza il sostegno degli Stati Uniti” e ha lanciato un appello agli altri partner internazionali affinché non abbandonino il paese nel momento del bisogno. Il governo britannico, attraverso il premier Keir Starmer, ha ribadito il suo impegno nel sostenere Kiev, sottolineando che “l’unità dell’Occidente è fondamentale per contrastare l’aggressione russa”.
La decisione di Trump è stata accolta con favore dalla Russia. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha definito la mossa “un passo nella giusta direzione per porre fine al conflitto”, mentre il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha dichiarato che “questo potrebbe aprire la strada a negoziati più realistici”.
Negli Stati Uniti, la decisione ha suscitato un acceso dibattito politico. I democratici hanno criticato duramente Trump, accusandolo di “abbandonare un alleato in un momento critico”. Il senatore Bernie Sanders ha affermato che “questa scelta mette in pericolo la sicurezza globale e rafforza l’autoritarismo di Putin”. Anche alcuni repubblicani, tra cui l’ex vicepresidente Mike Pence, hanno espresso dubbi sulla strategia di Trump, sottolineando il rischio che una vittoria russa possa destabilizzare ulteriormente l’Europa.
Nel frattempo, il Pentagono ha confermato che i fondi già stanziati per l’Ucraina saranno riconsiderati e che parte delle forniture militari ancora in transito potrebbe essere bloccata. Gli analisti internazionali prevedono che questa decisione possa avere un impatto significativo sull’andamento del conflitto e sulla tenuta dell’alleanza occidentale.
Mentre l’Europa cerca di correre ai ripari, resta da vedere come l’Ucraina reagirà a questa svolta e se altri paesi, come il Regno Unito, la Germania e la Francia, saranno in grado di colmare il vuoto lasciato dalla decisione di Trump. Nel frattempo, Mosca osserva con attenzione, valutando le prossime mosse di Washington e dei suoi alleati.
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