(di Roberta Preziosa) La questione morale investe a rotazione i vari paesi occidentali, orientali, mediorientali, …., con una ciclicità stabilita quasi da regola non scritta.
Nessun paese sembra essere indenne da questo fenomeno che degrada la reputazione dei singoli uomini di governo e delle istituzioni.
L’ultimo in ordine di tempo è il contenuto del libro “Fire and Fury” dove l’autore Wolff, ripercorre tanti episodi riportando giudizi negativi sul Presidente americano.
Il libro ha suscitato tanto clamore per alcuni concetti tendenti ad affibbiare al presidente degli USA la sua incapacità di guidare una grande nazione.
“For Bannon, the president’s political thinking had been obtuse at best” (pag.194), ecco una delle citazioni critiche nei confronti del presidente : al meglio delle considerazioni, il Presidente è da considerarsi un essere ottuso.
“Standing on the Breitbart steps that October morning, Bannon smiled and said: It’s going to be wild as shit” (pag. 199): traduzione poco letterale: sarà terribile.
Anche la figlia Ivanka Trump viene descritta come “dump as a brick”: “vuota come un mattone”.
Il libro può essere letto come il divorzio tra due individui molto legati in precedenza, seguito, come di consueto, da tanta acrimonia, resa pubblica dai media, perché non tutti leggeranno il libro di Wolff che comunque porterà a casa la notorietà e un pò di danaro.
Il Presidente ha reagito dicendo che l’autore del libro non è affidabile ( a totally discredited author) e anche Bannon ha chiarito che il figlio di Donald Trump, discreditato nel libro è un patriota e una persona per bene.
Serviva agli Stati Uniti tutto questo?
Probabilmente no.
Anche negli USA oggi non è più di moda pensare, come si faceva un tempo, giusto o sbagliato è il mio paese.
Chi ha fatto da cassa di risonanza al libro?
Sicuramente i media dal momento che non tutti hanno avuto la possibilità di leggere il libro.
I media , purtroppo, non riportano sempre la verità, riportano , a volte, un pensiero molto di parte.
Screditare il proprio presidente, in questa maniera, è il peggiore dei modi per screditare se stessi.
Il libro non è una sentenza della suprema corte, è il racconto di un autore senza le controprove e la terzietà per avvicinarsi alla verità.
Quando in un contesto diventa rilevante l’individuo rispetto al fatto, vuol dire che abbiamo perso ogni senso delle cose.
Ciò ripropone ancora una volta la questione morale che mina alla base la politica.
Il Presidente Trump è differente rispetto a altre personalità conosciute e molto divisivo, ha avuto nemici molto vivaci sin dall’inizio del mandato e non si è molto risparmiato dal proteggersi dagli attacchi che gli sono piovuti addosso, anzi con i suoi twitter ha voluto anche cambiare il modo di portare avanti i rapporti internazionali: il suo pensiero, giusto o sbagliato, giunge all’interessato, senza mediazione.
Ha attaccato la stampa americana, il quarto potere, affermando che sono fonte di fake news e si sta trascinando dietro questa battaglia interna.
Il suo, è un nuovo modo di fare politica, non condiviso dai suoi oppositori.
Non vuole utilizzare i vecchi strumenti della diplomazia con note verbali in politica estera o con personal speaker il politica interna, lo ha fatto con tutti, con la Corea del Nord, col Pakistan, e lo fa continuamente per gli aspetti di politica interna.
Il messaggio non va tradotto da intermediari: per il presidente: tradurre può voler dire anche tradire.
Guardandoci intorno a noi, sicuramente non ci sfuggono altri paesi con presidenti vivaci, presentati dalla stampa in mondo particolare.
Il presidente della Corea del Nord è stato di recente citato da molti giornali per le sue ambizioni nucleari, le sue dichiarazioni contro Trump definito: “dotard”- ritardato mentale, hanno fatto il giro del mondo, con la conseguente risposta americana.
Per la Russia di Putin, Lombardozzi su Repubblica riporta: “ La situazione dei diritti umani da queste parti è decisamente grave,….. Perché lo spirito che ha portato gradualmente alle restrizioni delle libertà civili,……, e il suo incubo personale che vede sempre nel suo regime la minaccia di una “rivoluzione colorata” “.
Per l’Egitto di Al Sisi, per i paesi arabi in generale e per molte altre statualità il problema della leadership rimane la stessa degli altri paesi citati.
Per l’Italia, i libri scritti sugli ultimi due rilevanti Presidenti del Consiglio, non differiscono di molto da “Fire and Fury”, sembrano fotocopie.
Il problema non toccato all’interno dei singoli paesi è la questione morale che investe le nostre società.
“Finché le tre sfere pubbliche dei valori e delle norme -Etica, Diritto, Politica,” non saranno interconnesse continueremo a raccontarci storie di miserie etiche che continueranno ad essere polvere per gli stivali della storia (Roberta De Monticelli- La questione Morale).
La questione morale tocca il rinnovamento delle nostre abitudini di vita che ancora oggi ci sfugge ancora.
Tutti studiamo ma non si palpa ancora questo rinnovamento a partire dal nostro paese, prima di prendere posizioni su altre vicende.
Guicciardini nei suoi “Ricordi” scriveva: “Nega sempre quello che tu non vuoi si sappia, o afferma quello che tu vuoi si creda,……,lo affermare o negare gagliardamente mette spesso a partito il cervello di chi ti ode”: le bugie ripetute diventano poi verità.
Cosa è cambiato negli ultimi 600 anni?
Nulla o poco sul lato etico e morale, Guicciardini, con tutti i suoi ricordi è attualissimo ( salta sul carro del vincitore e scendi in tempo utile per riposizionarti, ecc..), molto invece solo sul progresso tecnologico.
Il rinnovamento morale è centrale per limitare i danni istituzionali e politici ed è possibile solo se oltre la superficie mediatica in cui prevalgono disinformazione e distorsione della realtà, vi sia una base individuale orientata alla ricerca, scoperta, crescita di coscienza e capacità critica.
Trump, come Putin e altri sono fenomeni del momento, dobbiamo dare più importanza agli stivali e meno alla polvere che occasionalmente si deposita su di essi.