Il presidente Usa, Donald Trump, ha silurato il segretario di Stato Rex Tillerson, per sostituirlo con l’attuale direttore della Cia Mike Pompeo. Alla Cia, invece, andrà per la prima volta una donna, Gina Haspel, figura ambigua per la sua partecipazione a un programma di tortura della Cia dopo l’11 settembre.
Trump lo ha detto su Twitter: “Mike Pompeo, direttore della Cia, diventerà il nostro nuovo segretario di Stato. Farà un lavoro fantastico! Grazie a Rex Tillerson per il suo operato! Gina Haspel diventerà la nuova direttrice della Cia, e la prima donna scelta a farlo. Congratulazioni a tutti!”.
L’allontanamento di Tillerson arriva dopo mesi di tira e molla sul suo addio al dipartimento di Stato, dato diverse volte per imminente. L’ex uomo forte di ExxonMobil era in servizio come segretario di Stato da 14 mesi, ma i malcontenti con Trump non erano mancati. Qualche mese fa, per esempio, Nbc News aveva riferito che nel corso di un incontro al Pentagono Tillerson aveva definito Trump un “imbecille”. Ma il 5 gennaio, nel pieno della polemica scatenata negli Usa dalla pubblicazione del libro di Michael Wolff intitolato ‘Fire and fury: inside the Trump White House’, il segretario di Stato aveva dichiarato in un’intervista alla Cnn: “Non ho mai messo in dubbio l’adeguatezza mentale” di Trump.
Pare che Trump abbia voluto formare una nuova squadra prima di intraprendere gli storici negoziati con la Corea del Nord, dal momento che entro fine maggio è atteso un incontro con il leader nordcoreano Kim Jong-Un. Ironia della sorte, però, a ottobre scorso l’impetuoso presidente aveva rimproverato pubblicamente Tillerson proprio per avere evocato l’esistenza di canali di comunicazioni che miravano a sondare le intenzioni della Corea del Nord: “Perde tempo a negoziare”, aveva scritto Trump su Twitter; “conserva la tua energia Rex, faremo ciò che dobbiamo fare”.
A chi chiedeva i motivi del ‘licenziamento’, Trump ha citato dei “disaccordi” di fondo con Tillerson, in particolare sul dossier del patto sul nucleare iraniano: “Andavamo in realtà abbastanza d’accordo, ma eravamo in disaccordo su alcune cose”, ha detto Trump parlando nei giardini della Casa Bianca prima di partire per la California.
Se guardate all’accordo con l’Iran, io pensavo che fosse terribile, mentre lui pensava che fosse ok. Io volevo romperlo o fare qualcosa, lui la pensava un po diversamente. Quindi non pensavamo esattamente la stessa cosa”, ha aggiunto. Per poi concludere così: “Penso che Rex adesso sarà molto più felice”.Stando alla ricostruzione, pare che Trump non abbia avvertito in anticipo il capo della diplomazia della sua decisione: il segretario di Stato “non ha parlato con il presidente stamattina ed è ignaro del motivo, ma è grato dell’opportunità di prestare servizio e crede ancora in modo forte che il servizio pubblico sia una chiamata nobile e non bisogna pentirsene”, ha scritto su Twitter un consigliere di Tillerson, il sottosegretario di Stato americano Steve Goldstein.
Il quale è stato poi licenziato da Trump poco dopo avere pubblicato questi commenti: “È stato l’onore di una vita e sono grato al presidente e al segretario per questa opportunità. Non vedo l’ora di riposare”, ha dichiarato ad Afp Goldstein.
Quanto a Pompeo, Trump ne ha elogiato “l’energia formidabile” e la “grande intelligenza”. Ex militare diventato capo della Cia, è uno dei consiglieri più ascoltati da Trump, ma le cui doti diplomatiche restano un mistero in un momento delicato in cui gli Usa si apprestano ad avviare i colloqui con la Corea del Nord. Considerato un ‘falco’, dalla sua nomina a gennaio 2017 ha mantenuto toni aggressivi, in particolare a proposito di Iran e Corea del Nord.
Nel discorso di addio, Tillerson ha rivendicato come un successo i prossimi colloqui con Pyongyang, dicendo che le pressioni sulla Nord Corea hanno portato frutti “al di là delle aspettative”. Ha spiegato che a mezzanotte ora locale cederà l’autorità al suo vice, John Sullivan, ma che resterà al dipartimento di Stato fino al 31 marzo per completare il passaggio di consegne amministrativo. Le nomine di Pompeo e Haspel, invece, hanno bisogno di una conferma da parte del Senato. Un’audizione di Pompeo è attesa ad aprile. Quanto a Haspel si presenta già uno scoglio, cioè il suo passato legato alla tortura: pare che abbia supervisionato un ‘sito nero’ della Cia in Thailandia in cui il sospetto di al-Qaeda Abu Zubaydah subì waterboarding dopo gli attacchi dell’11 settembre del 2001.