Trump tira dritto contro la Corea del Nord, non ascolta nessuno
Secondo quanto riferisce Nova, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è tornato a commentare ieri i segnali apparentemente contrastati che sono giunti dalla sua amministrazione nelle ultime settimane, in merito alla crisi innescata dai programmi balistico e nucleare nordcoreani. “Credo di avere un approccio un pò differente da quello di molti altri in merito alla Corea del Nord”, ha detto Trump a margine dei colloqui con il premier canadese, Justin Trudeau, sulla rinegoziazione del trattato di libero scambio North American Free Trade Agreement (Nafta). “Io ascolto tutti, ma in fin dei conti il mio approccio è l’unico ad avere importanza, non è così? E’ così che funziona il sistema”, ha detto Trump, rispondendo alle domande sempre più insistenti della stampa riguardo il presunto deterioramento delle relazioni tra il presidente e il suo segretario di Stato, Rex Tillerson. “Penso di apparire più forte e duro di altre persone in merito alla questione, ma ascolto tutti”, ha aggiunto il presidente. “In ultima analisi, farò quanto è nell’interesse degli Stati Uniti e, francamente, del mondo intero. Perché ci troviamo di fronte a un problema globale, che va oltre i soli Stati Uniti. E’ un problema globale, e un problema che va risolto”, ha dichiarato Trump in merito al programma nucleare nordcoreano. Martedì Trump ha incontrato il segretario della Difesa Usa Jim Mattis e il capo dello stato maggiore congiunto Usa, generale Joe Dunford, per discutere “una gamma di opzioni in risposta a qualsiasi forma di aggressione da parte della Corea del Nord”, come riferito in un comunicato dalla Casa Bianca. Nella notte tra martedì e mercoledì due bombardieri strategici B-1B statunitensi hanno sorvolato la Penisola coreana, proprio in concomitanza con le celebrazioni nordcoreane per il 72° anniversario della Fondazione del Partito dei lavoratori. Nelle ultime settimane Trump ha espresso a più riprese scetticismo in merito ai tentativi della comunità internazionale e della sua stessa amministrazione di disinnescare la crisi del nucleare nordcoreano tramite il dialogo diretto con Pyongyang. “I presidenti (degli Stati Uniti) e le loro amministrazione hanno parlato alla Corea del Nord per 25 anni. Hanno stretto accordi e sborsato quantità enormi di denaro”, ha scritto Trump lo scorso fine settimana sul proprio profilo Twitter. “Non ha funzionato”. Gli accordi sono stati violati quando ancora l’inchiostro era fresco, e i negoziatori Usa sono stati ridicolizzati. Mi spiace, ma c’è una sola cosa che può funzionare”, ha scritto il presidente Usa, riferendosi al ricorso alla forza contro il regime nordcoreano.
Trump non ha precisato quali siano le intenzioni della Casa Bianca nei confronti di Pyongyang, ma le sue parole suggeriscono che il presidente sia sempre più propenso a optare per una opzione di tipo militare. Il mese scorso, nel suo primo intervento di fronte all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Trump ha minacciato la “completa distruzione” di Pyongyang, nel caso quest’ultima dovesse intraprendere azioni ostili contro gli Stati Uniti e i loro alleati. La scorsa settimana, durante un incontro con i vertici delle Forze armate e le loro famiglie, Trump ha parlato, in merito alla Corea del Nord, di “calma prima della tempesta”. Alla richiesta di chiarimenti avanzata dalla stampa, il presidente ha replicato: “Lo scoprirete a breve”. Due settimane fa, l’inquilino della Casa Bianca ha sconfessato a sorpresa il proprio segretario di Stato, Rex Tillerson, definendo “uno spreco di tempo” i suoi sforzi tesi ad aprire una linea di comunicazione con la Corea del Nord e tentare di negoziare l’arresto dei programmi balistico e nucleare di Pyongyang. Il presidente Usa ha scritto sul proprio profilo Twitter: “Ho detto a Rex Tillerson il nostro straordinario segretario di Stato, che sta perdendo il suo tempo tentando di negoziare con il Piccolo uomo razzo (“Little Rocket Man”, l’epiteto affibbiato dal presidente Usa al leader nordcoreano Kim Jong Un). Risparmia le energie Rex, faremo ciò che deve essere fatto!”, ha scritto il presidente statunitense in un Tweet.
Il segretario di Stato Usa Tillerson aveva appena incontrato a Pechino il suo omologo cinese, Wang Yi, proprio per fare il punto degli sforzi diplomatici tesi a disinnescare la crisi nella Penisola coreana. Nel corso della visita, Tillerson aveva confermato per la prima volta che il dipartimento di Stato è in contatto diretto con il governo nordcoreano, nel tentativo di evitare un epilogo militare della crisi. “Abbiamo tre canali aperti con Pyongyang”, aveva detto Tillerson nel corso di una conferenza stampa congiunta a margine dell’incontro con il suo omologo cinese. Il capo della diplomazia Usa, però, non aveva spiegato se Washington sia pronta a concessioni per convincere il regime nordcoreano a interrompere le provocazioni militari e tornare formalmente al tavolo delle trattative.