di Andrea Pinto
La squadra di transizione di Donald Trump starebbe compilando una lista di ufficiali militari, sia in servizio che in pensione, che potrebbero essere portati di fronte alla corte marziale per il loro ruolo nella gestione del controverso ritiro delle truppe statunitensi dall’Afghanistan nell’estate del 2021. Secondo quanto riportato da NBC News, fonti ben informate hanno rivelato che il piano include la creazione di una commissione speciale incaricata di indagare su ciò che Trump e i suoi alleati considerano un “fallimento disastroso” da parte dell’esercito.
La proposta prevede la creazione di una commissione d’inchiesta con il compito di esaminare in dettaglio le decisioni prese dai vertici militari durante il ritiro delle truppe americane, che ha visto il caos all’aeroporto di Kabul e la presa di potere rapida dei Talebani. Secondo le fonti, l’obiettivo di Trump è quello di stabilire se i vertici militari, compresi ufficiali di alto grado, abbiano commesso errori tali da poter essere considerati crimini gravi, meritevoli di un processo militare.
L’idea di una potenziale corte marziale segna un’escalation nella retorica di Trump contro l’establishment militare, da lui spesso criticato per la gestione delle guerre e delle operazioni all’estero. Durante la sua campagna elettorale, Trump ha ripetutamente attaccato i leader del Pentagono, accusandoli di perseguire interessi personali e di non avere a cuore il benessere delle truppe.
Pressioni anche sul Dipartimento di Giustizia
Non solo il Pentagono, ma anche il Dipartimento di Giustizia sembra essere nel mirino di Trump. Sempre secondo NBC News, i funzionari che hanno partecipato alle inchieste legali che hanno coinvolto l’ex presidente, tra cui le indagini sul Russiagate e sui documenti segreti trovati a Mar-a-Lago, stanno già iniziando a contattare avvocati in previsione di possibili ritorsioni.
Un ex alto funzionario dell’FBI ha dichiarato sotto anonimato: “Tutto quello che abbiamo fatto è stato secondo le regole, ma ora ci muoviamo in un mondo completamente diverso”. Questo funzionario, come molti altri, ha cercato assistenza legale subito dopo che è trapelata la notizia della nomina di Matt Gaetz come futuro Procuratore Generale. Gaetz, noto alleato di Trump e feroce critico del Dipartimento di Giustizia e dell’FBI, ha già annunciato che avrebbe “ripulito” le agenzie federali dalle influenze che considera politicizzate.
La nomina di Gaetz ha generato preoccupazioni tra i funzionari del Dipartimento di Giustizia e dell’FBI, che temono di diventare bersagli di indagini politiche. Negli anni passati, Gaetz ha criticato apertamente le agenzie federali, accusandole di faziosità politica contro Trump. Ora, con il potere esecutivo potenzialmente nelle sue mani, molti temono che possa sfruttare la sua posizione per vendicarsi di chiunque sia stato coinvolto nelle inchieste sull’ex presidente.
Le implicazioni politiche
Gli esperti legali avvertono che il piano di Trump potrebbe avere conseguenze di vasta portata per la stabilità istituzionale degli Stati Uniti. Portare davanti a una corte marziale alti ufficiali militari per decisioni operative potrebbe creare un precedente pericoloso, influenzando la capacità dei leader militari di prendere decisioni in situazioni di crisi senza temere ritorsioni politiche.
Sul fronte del Dipartimento di Giustizia, l’intenzione di Trump di perseguire legalmente i suoi avversari potrebbe ulteriormente polarizzare un Paese già diviso, erodendo la fiducia nelle istituzioni che dovrebbero essere imparziali. David Laufman, un ex alto funzionario del Dipartimento di Giustizia, ha commentato: “Stiamo assistendo a una pericolosa politicizzazione della giustizia che minaccia di minare i fondamenti stessi della nostra democrazia”.
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