I servizi segreti turchi e le forze di sicurezza hanno arrestato 109 presunti foreign fighters dell’Isis nelle città di Istanbul (82), Adana (11), Smirne (7) e Trabzon (9), che si sommano ai 220 sospetti finiti in manette nelle giornate di venerdì e giovedì scorsi per ordine della questura di Ankara. In base a quanto dichiarato dalla polizia turca 93 dei 109 arrestati provengono da Paesi diversi dalla Turchia, mentre i foreign fighters nelle retate dei giorni scorsi sono 82.
Gli arresti seguono ad un’altra maxi operazione, avvenuta alla fine di ottobre, ordinate dalle procure di Istanbul e Ankara sempre per eliminare la minaccia derivante dai foreign fighters rientrati in Turchia, che secondo l’istituto di ricerca Soufan sarebbero almeno 800.
Tra gli arrestati vi sono molti reduci della guerra in Siria, anche con segni di ferite evidenti. Gli inquirenti sono ora concentrati su un sospetto in particolare, che si ritiene volesse raggiungere una cellula attiva in Europa passando attraverso la Grecia, per poi realizzare un attentato.
Lo stato di allarme e le misure di sicurezza adottate hanno permesso alle forze di sicurezza turche di sventare un attacco programmato per il 29 ottobre, giorno della festa della repubblica, e un altro pianificato ieri, data in cui si commemora la morte di Mustafa Kemal Ataturk, considerato padre della moderna Turchia.
La procura di Sakarya, nel nord oves della Turchia, ha presentato la richiesta di ergastolo nei confronti dei 12 sospetti componenti della prima cellula Isis sgominata in Turchia nel 2015, al vertice della quale si ritiene vi fosse l’Emiro “Halis Bayuncuk”, conosciuto come Abu Hanzala.