Due figure da novanta dell’Isis fuggite da Raqqa sono accusate di aver ordinato alcuni dei più letali attacchi degli ultimi anni in Turchia. Lo rivelano fonti dell’intelligence di Ankara, citate da Hurriyet, secondo cui il cosiddetto ‘emiro’ Ilhami Bali e Mustafa Dokumaci sarebbero tra le centinaia di jihadisti fuggiti durante l’assedio all’ex capitale dell’Isis in Siria, grazie al presunto accordo con le milizie delle Forze democratiche siriane (Sdf) a guida curda, con l’avallo di Stati Uniti e Gran Bretagna, rivelato la scorsa settimana da un’inchiesta della Bbc.
Secondo Ankara, Bali è la mente di numerosi attentati, tra cui quelli del 2015 a Suruc, in cui morirono 34 persone, e alla stazione di Ankara, dove le vittime furono più di 100. Dokumaci è invece ritenuto a capo della cellula Isis di Adiyaman, nel sud-est della Turchia, di cui facevano parte i jihadisti autori degli attacchi di Suruc e Ankara. Sui 2 leader del sedicente Stato islamico pende una taglia di 4 milioni di lire turche (quasi 900 mila euro). Sin dall’inizio, la Turchia si è opposta con forza al sostegno Usa ai curdi siriani nella lotta all’Isis.