(di Emanuela Ricci) Il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi ribadisce che la decisione presa dalla Regione Campania è in esplicito contrasto con la norma oggi vigente in Italia, che fa divieto alle Regioni e ai sindaci di intervenire tranne in zona rossa e in casi estremi molto specifici. Ora toccherà al Tribunale Amministrativo decidere allorquando interessato dall’Avvocatura dello Stato, certo è che per domani non si riuscirà ad impedire che l’ordinanza del governatore Vincenzo De Luca diventi operativa, ovvero la chiusura delle scuole dell’infanzia, elementari e medie fino al 29 gennaio.
De Luca sostiene che le misure sulla scuola sono strettamente indispensabili a scongiurare il tracollo del sistema sanitario regionale perché la situazione corrisponde a circostanze di eccezionale e straordinaria necessità.
Sulla stessa linea il presidente della Sicilia Nello Musumeci che aprirà le scuole tre giorni dopo la data prevista, mentre il governatore della Puglia Michele Emiliano su fb lamenta che le Regioni hanno, invano, richiesto un posticipo della riapertura per avere il tempo di completare le vaccinazioni degli studenti e in particolare quelle dei più piccoli, ma il governo sul punto è stato irremovibile, annunciando che spingerà al massimo sui vaccini.
Il governatore del Veneto, Luca Zaia aspetta il parere del Cts, ma teme uno scenario che sarà un calvario, affermando che l’apertura della scuola rischia d’essere una falsa apertura.
La Regione Lazio ha deciso di far iniziare le scuole regolarmente il giorno 10 gennaio. Molti comuni hanno deciso, in piena autonomia grazie all’iniziativa personale dei loro sindaci, di effettuare i test anti-covid nelle giornate dell’8 e 9 gennaio per consentire l’ingresso a scuola, per quanto possibile, in velata sicurezza.
Il rappresentante nazionale dei presidi, Antonello Giannelli, ha lanciato un allarme: domani potrebbero essere assenti centomila dipendenti della scuola su un milione, mentre centinaia di studenti sono già positivi. Giannelli pone anche un problema di privacy sui dati sanitari dei ragazzi dopo che il ministero ha autorizzato le scuole a conoscere direttamente quali studenti sono vaccinati e quali no per capire chi mandare in dad.
Lockdown indotto. Alla luce dei dati giornalieri dei contagi della nuova variante Omicron, dei trasporti che non riescono a garantire la necessaria sicurezza di fronte ad un virus che di giorno in giorno si modifica, diventando sempre più pervasivo, l’inizio della scuola, a queste condizioni, potrebbe davvero portare il numero dei contagiati fino a 400mila al giorno. Una situazione apocalittica che bloccherà l’Italia con un lockdown indotto dal virus stesso e non dal Governo.
Il fallimento della politica. Chiudere l’Italia nuovamente per decreto darebbe il sigillo definitivo al fallimento di una classe politica inconcludente che neanche con l’aiuto del super tecnico Mario Draghi è riuscita a decidere nell’interesse della collettività. L’importante è arrivare a marzo 2023 con l’attuale legislatura, puntellando così i requisiti pensionistici (settembre 2022). Ricordiamo che il prossimo Parlamento sarà costituito di soli 400 deputati e 200 senatori e non degli attuali 630 deputati e 315 senatori. Per arrivare al 2023 occorrerà però mantenere come premier Mario Draghi, ogni altra soluzione alternativa potrebbe portare il Paese ad elezioni anticipate, una condizione che non possiamo permetterci alla luce della recrudescenza di un virus che non vuole proprio mollare la presa.