(di Andrea Pinto) L’esercito di Putin pensava che, come avvenuto in Crimea, prendere l’Ucraina sarebbe stato un gioco da ragazzi, una operazione veloce ed indolore. Infatti l’impiego massiccio di truppe e mezzi in Ucraina è stato narrato all’opinione pubblica russa come “un’operazione speciale“, senza mai pronunciare la parola “guerra“. Però già dopo pochi giorni le evidenze hanno raccontato un’altra storia fatta di resistenza, forte nazionalismo e senso di appartenenza. In questa formidabile miscela si è aggiunta la figura carismatica di un presidente “leader” Zelensky che non è fuggito dal Paese ma ha continuato a diffondere la propaganda, dal Palazzo Presidenziale, secondo un unico ed imprescindibile slogan: “non abbandonare la propria terra, anche fino all’estremo sacrificio”.
La situazione sul campo di battaglia, infatti, ha cortocircuitato gran parte dello stato maggiore di Mosca, mandando su tutte le furie lo zar dei nostri giorni. Putin ha iniziato così a scovare tra i suoi ranghi coloro che non hanno saputo prevedere la forza delle resistenza ucraina. Esperto di servizi d’intelligence ha fatto, quindi, arrestare il vertice della quinta divisione dell’FSB perchè si sarebbe reso conto di essere stato semplicemente fuorviato: l’intelligence, temendo di far arrabbiare il leader, gli avrebbe fornito ciò che lui stesso voleva sentire. Quindi i due sarebbero stati fermati per uso improprio dei fondi stanziati per le operazioni, nonché per le scarse informazioni di intelligence.
L’esercito ucraino di oltre 200mila unità non si è disciolto, anzi ha continuato a combattere con maggiore ardore ricevendo la simpatia e il supporto poi da parte di volontari stranieri provenienti da tutto il mondo ed inseriti nella Brigata Internazionale. Altro discorso sono, invece, le armi modernissime arrivate in Ucraina grazie ai fondi Usa (500 milioni di dollari) e Ue (altri 500 milioni di euro). La forza delle armi di Mosca, invece, non ha convinto molti osservatori ed analisti internazionali che hanno evidenziato la vetustà dei tank e la scarsa organizzazione logistica.
Forse Putin in questi anni ha dedicato ingenti risorse solo alle armi nucleari e ai sistemi dei missili balistici intercontinentali ed ipersonici? Chissà, la verità è che il pantano ucraino potrebbe invogliare Putin ad utilizzare quale “extrema ratio” proprio quelle armi di distruzione di massa che spaventano il mondo e che decreterebbero l’inizio di un conflitto globale dagli esiti tutt’altro che scontati.
Cronaca degli ultimi avvenimenti
Il presidente ucraino Zelensky nella notta ha nuovamente incitato la resistenza: “Vinceremo”, poi si è rivolto alla Nato: “senza una no-fly zone è solo questione di tempo prima che un missile russo cada nel territorio dell’Alleanza“. Ieri a Irpin, alle porte di Kiev, è stato ucciso il reporter Usa, Brent Renaud mentre filmava profughi in fuga. Dopo la diffusione della notizia, il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jack Sullivan, intervistato dalla Cnn, ha avvertito la Russia: ‘Subirà gravi conseguenze per quanto sta facendo’.
Zelensky ha poi parlato della richiesta avanzata per un faccia a faccia con Putin, senza aver ricevuto, al momento, alcun riscontro.
Mariupol è da giorni sotto pesante assedio, la popolazione è allo stremo, mancano cibo e medicinali, mentre Odessa si prepara per un’invasione russa via mare e via terra da est.
IL VERTICE DI ROMA. Di livello storico il vertice Usa-Cina a Roma fra il consigliere alla Sicurezza nazionale americano Jack Sullivan e il capo della diplomazia del Partito comunista cinese Yang Jiechi. Un incontro che arriva mentre filtrano indiscrezioni sulla richiesta della Russia di assistenza militare, inclusi droni, ed economica alla Cina. Per Sullivan e Jiechi è il primo incontro dallo scorso ottobre, il primo faccia a faccia quindi da quando è iniziata la guerra. La Cina non ha mai condannato l’attacco di Mosca ma si è astenuta, anziché votare ‘no’, sulla risoluzione dell’Onu contro la Russia. Solo alcuni giorni fa il presidente cinese Xi Jinping ha però usato per la prima volta il termine ‘guerra’, tanto sgradito al suo alleato Vladimir Putin.
In vista dell’incontro romano Joe Biden si è consultato con il presidente di turno dell’Ue, Emmanuel Macron. I due leader, riferisce l’Eliseo, hanno concordato nel rafforzare le sanzioni contro la Russia.
LA RUSSIA CHIEDE AIUTO ALLA CINA. Secondo il Financial Times la Russia avrebbe chiesto alla Cina assistenza militare per sostenere l’invasione dell’Ucraina. Secondo le fonti del FT Mosca avrebbe chiesto attrezzature militari e altra assistenza militare a Pechino fin dall’inizio dell’invasione. La richiesta ha suscitato preoccupazione all’interno della Casa Bianca, sollevando timori sulla possibilità che Pechino metta a rischio gli sforzi per aiutare le forze ucraine a difendere il paese. Gli Stati Uniti si sono “preparati a mettere in guardia gli alleati sulla situazione alla luce delle indicazioni che la Cina potrebbe aiutare la Russia“, mette in evidenza il Financial Times, riferendo che alcuni funzionari americani hanno ricevuto indicazioni di alcune carenze nelle armi delle forze russe.
L’EVOLUZIONE DEL CONFLITTO. Missili russi hanno distrutto una base militare a Yavoriv, a metà strada fra Leopoli e il confine polacco, da cui dista circa 25 km. Sono state uccise 35 persone, fra i 134 feriti anche olandesi della legione straniera. Mosca rivendica di aver ucciso ‘mercenari stranieri’ e distrutto ‘armi straniere’.
La Casa Bianca avverte Mosca che pagherebbe un prezzo alto semmai utilizzasse armi chimiche o biologiche. Varsavia: ‘Se Putin usa le armi chimiche interviene la Nato’. Il ministro della Difesa italiano, Lorenzo Guerini: “Non permetteremo attacchi sull’Europa, l’Ue deve avere politica di difesa comune”.
Sono almeno 596 i civili uccisi dall’inizio del conflitto in Ucraina, 18 giorni fa. Tra questi, 43 sono bambini. Lo afferma l’ufficio dell’Alto commissariato dell’Onu per i diritti umani (Ohchr), secondo cui i civili feriti sono saliti a 1.067, di cui 57 bambini. Nel precedente bilancio di ieri, l’agenzia delle Nazioni Unite aveva parlato di 579 vittime e 1.002 feriti.
Intanto un altro sindaco ucraino è stato rapito dalle forze armate russe: si tratta del primo cittadino della città occupata di Dniprorudne, nella parte sudorientale del Paese, nella regione di Zaporizhzhia. Lo riporta il Kyiv Independent. Il sindaco di Dniprorudne, Yevhen Matviiv, è il secondo sindaco rapito, dopo quello di Melitopol, da quando è iniziata l’invasione russa in Ucraina. “I crimini di guerra stanno diventando sistemici”, afferma il governatore della regione di Zaporizhzhia Olexandr Starukh.
Circa 1 milione di persone sono senza gas e riscaldamento in Ucraina, a causa degli attacchi russi. Lo ha reso noto il fornitore di gas del paese, secondo quanto riporta il Guardian. GTSOU ha fatto sapere che si sta lavorando per riparare i danni causati dai bombardamenti e ripristinare le forniture. I bombardamenti hanno danneggiato le infrastrutture di Donetsk, Luhansk e Mykolaiv. Agli ingegneri è stato impedito di raggiungere un centro di distribuzione del gas a Bashtanka a causa dei combattimenti in corso. Un centro a Prybuzke è stato chiuso per i danni alle apparecchiature.