Secondo quanto riportato dall’agenzia Nova, sono quattro i pilastri su cui si basa la dichiarazione finale del quinto vertice Ue-Africa, che si è concluso oggi ad Abidjan, in Costa d’Avorio:
· maggiori incentivi agli investimenti per la trasformazione “strutturale e sostenibile” dell’Africa;
· più investimenti nell’educazione, la scienza, la tecnologia e lo sviluppo delle competenze;
· il rafforzamento della pace, la sicurezza e la governance del continente;
· la gestione della mobilità e dei flussi migratori.
Nella dichiarazione i leader europei e africani hanno riaffermato il loro impegno comune a investire nei giovani per un futuro sostenibile di entrambi i continenti, come previsto dal tema scelto per l’edizione del summit. Quanto al primo punto, la dichiarazione fa riferimento alla necessità di rafforzare l’imprenditorialità di donne e giovani grazie anche alla nuova piattaforma per l’imprenditoria sostenibile per l’Africa (SB4A), che “consentirà un dialogo strutturato con il settore privato europeo e africano”.
Per quanto riguarda il secondo punto, i leader europei e africani hanno sottolineato l’importanza di sostenere l’istruzione inclusiva e la formazione professionale e hanno anche concordato di migliorare la mobilità di studenti e accademici in tutto il continente africano, nonché i programmi di scambio tra Africa ed Europa. Sul terzo pilastro, le due parti hanno riaffermato l’impegno ad intensificare il loro lavoro per migliorare la pace e la sicurezza in entrambi i continenti attraverso il rafforzamento della cooperazione strategica, politica e operativa tra l’Unione africana e l’Unione europea, in stretta collaborazione con le Nazioni Unite. E’ stato inoltre ribadito il sostegno alle operazioni in corso per la lotta contro il terrorismo, compresa la task force multinazionale congiunta contro Boko Haram, la forza congiunta G5 Sahel e la Missione dell’Unione africana in Somalia (Amisom), di cui l’Ue è il maggiore contributore.
Infine, i leader europei e africani hanno ribadito il loro forte impegno politico per affrontare le cause profonde della migrazione irregolare “in uno spirito di autentico partenariato e responsabilità condivisa, nel pieno rispetto delle leggi internazionali e dei diritti umani e nel comune obiettivo di creare percorsi legali della migrazione”. Le due parti hanno quindi sottolineato la necessità di migliorare le condizioni dei migranti e dei rifugiati in Libia e di intraprendere “tutte le azioni necessarie per fornire loro l’assistenza appropriata e facilitare il loro rimpatrio volontario nei loro paesi di origine, nonché soluzioni durature per i rifugiati”.
A tal proposito, ieri il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, il presidente della Commissione dell’Unione africana, Moussa Faki Mahamat, il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, hanno stabilito la creazione di una task force congiunta tra Ue, Unione africana e Nazioni Unite per salvare e proteggere le vite dei migranti e dei rifugiati lungo le rotte migratorie, in particolare in Libia. Nell’incontro, avvenuto a margine del vertice di Abidjan, si é concordato di mettere a punto una task force congiunta per salvare e proteggere le vite dei migranti e dei rifugiati lungo le rotte migratorie, in particolare dentro la Libia, accelerando sui ritorni volontari assistiti nei paesi d’origine, e sui reinsediamenti di quanti hanno bisogno di protezione internazionale.
Quest’azione sarà costruita sull’ampliamento e l’accelerazione del lavoro già in corso di svolgimento dai paesi d’origine con l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), con il finanziamento dell’Ue, che ha reso possibile fin qui i ritorni volontari nei paesi d’origine di 13 mila migranti da gennaio. Il lavoro della task force sarà coordinato strettamente con le autorità libiche e sarà parte di un lavoro complessivo congiunto che l’Ua e l’Ue, e l’Onu, intensificheranno per smantellare le reti dei criminali e dei trafficanti, e per offrire opportunità di sviluppo e stabilità ai paesi di origine e di transito, affrontando le cause profonde dell’immigrazione. L’Onu, l’Ua e l’Ue hanno concordato di aggiornare in maniera sistematica la loro cooperazione trilaterale, e di incontrarsi su base regolare al più alto livello politico, soprattutto ai margini dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Al summit hanno preso parte 83 capi di Stato e di governo in rappresentanza di 55 paesi africani e di 28 paesi europei, oltre ai rappresentanti dei paesi partner, della Commissione dell’Unione africana, della Commissione europea e delle organizzazioni internazionali, regionali e sub-regionali. Il vertice di Abidjan, il terzo ad essere ospitato nel continente africano e il primo nell’area sub-sahariana, funge da piattaforma per il dialogo tra paesi africani ed europei per rafforzare il partenariato tra le due parti. Il primo vertice Ue-Africa si tenne a Il Cairo nel 2000, il secondo a Lisbona nel 2007, il terzo in Libia nel 2010, il quarto a Bruxelles nel 2014.