Mauro Nicastri: il nostro obiettivo è quello di provare a fare rete tra soggetti pubblici e privati, per soddisfare il fabbisogno al 2025 ed evitare che nei prossimi anni molti cittadini possano perdere il posto di lavoro
L’Italia ha bisogno di competenze e professionalità che siano in grado di guidare un processo di crescita sostenibile, in termini ambientali, economici e sociali. Nel nostro Paese è stimato un fabbisogno al 2025 da parte delle imprese e delle pubbliche amministrazioni pari a 2,2 – 2,4 milioni di lavoratori con requisiti digitali e verdi. Tuttavia, mancano le competenze. È una delle frasi più ricorrenti in cui ci s’imbatte quando s’affronta il tema del lavoro e della formazione.
Questa volta a far scattare l’allarme è uno studio della Commissione europea: il 77% delle aziende, infatti, afferma che ha grandi difficoltà ad assumere candidati con le competenze adeguate. Un problema da affrontare non solo nella fase d’ingresso nel mondo del lavoro, ma anche e soprattutto durante la vita professionale. In un contesto economico e tecnologico in continua evoluzione, diventa fondamentale aggiornarsi continuamente per rimanere al passo. È da questi presupposti che la Fondazione Aidr, in collaborazione con Parlamento e Commissione europea, ha annunciato nel corso della Festa dell’Europa, alla presenza del ministro per le Politiche europee, Raffaele Fitto, la pubblicazione della “manifestazione d’interesse per l’individuazione di partner pubblici e privati per la realizzazione, sul territorio nazionale, del programma dell’anno europeo delle competenze”.
“Oggi non c’è settore che non sia soggetto a volatilità. Specie dopo la pandemia, le aspettative dei dipendenti e le esigenze sociali sono in continua evoluzione e rendono sempre più necessaria una trasformazione organizzativa dei luoghi di lavoro – ha dichiarato Mauro Nicastri, Presidente Fondazione Aidr -. La manifestazione d’interesse che abbiamo presentato nel corso della Festa dell’Europa arriva dopo mesi di costante coinvolgimento, ascolto e dialogo della società civile sul territorio e sul web a dimostrazione che senza un programma concreto sulle competenze digitali le ricadute peggiori saranno sui lavoratori. Questa iniziativa ha come obiettivo principale provare a fare rete tra soggetti pubblici per soddisfare il fabbisogno al 2025 da parte delle imprese e delle pubbliche amministrazioni ed evitare che nei prossimi anni molti cittadini possano perdere il posto di lavoro”.