(di Andrea Pinto) La guerra in Ucraina e l’appello più volte reiterato dalla Nato di portare le spese militari dei Paesi membri al 2% del Pil nazionale starebbe portanto l’Ue ad una decisione storica che darebbe un pò di respiro alle economie di alcuni Paesi che hanno maggiormente sofferto il periodo post-covid sotto una spinta inflattiva che non accenna a calmierarsi. L’idea è quella di non inserire le spese militari nei deficit nazionali. La notizia delle spese militari da scorporare dal deficit è stata diffusa da Reuters. Nel novero dei Paesi in sofferenza c’è sicuramente l’Italia che alle problematiche post-covid deve aggiungere l’atavica mannaia dovuta al suo elevatissimo debito pubblico (2843 Mld).
Non a caso il governo italiano sta cercando di reperire risorse per licenziare una Legge di Bilancio di almeno trenta miliardi di euro, con all’attivo poco più di 5 miliardi di euro. Mancano all’appello ben 25 miliardi di euro con un deficit previsionale al 4,5 per cento, ben oltre il 3 per cento previsto dal Patto di Stabilità e Crescita Ue che molto probabilmente verrà riattivato, dopo l’emergenza covid, a partire da gennaio 2024. L’esecutivo è poi ancora in attesa di sapere da Eurostat come calcolare i 110 miliardi di debito per il Superbonus: dilazionarlo negli anni a seguire, oppure calcolarlo initeramente nelle uscite di un solo anno. In questo caso il deficit supererebbe il 6 per cento e sarebbero davvero dei guai per l’Italia.
Alti funzionari di Bruxelles, scrive Il Fatto Quotidiano, starebbero però pensando ad un’escamotage: “mentre la spesa per la difesa rimarrebbe comunque parte dei calcoli del deficit, la Commissione classificherebbe tali spese come `fattori rilevanti’ che le consentirebbero di non avviare alcuna azione disciplinare anche se il limite del 3% fosse superato”.
Certo è che il “fattore rilevante” sarà poi al centro di una trattativa serrata tra governi e funzionari Ue. La proposta, scrive ancora Reuters, ha ottenuto il sostegno del comitato dei funzionari finanziari delle capitali dell’Ue che esaminano come riformare le regole di bilancio. I ministri delle Finanze dovrebbero avere una prima discussione sulle modifiche alle regole la prossima settimana e poi di nuovo in ottobre con l’obiettivo di raggiungere un accordo entro la fine dell’anno.
Le spese militari in Italia
La spesa statale relativa al settore della Difesa nel Bilancio di previsione dello Stato è finanziata direttamente con le risorse del Ministero della Difesa, ma anche con fondi stanziati su capitoli di spesa previsti nei bilanci di altri Ministeri. In particolare, si tratta del Ministero dello Sviluppo Economico, soprattutto in relazione al finanziamento dei programmi d’arma, e del Ministero dell’Economia e delle Finanze, per il Fondo relativo alle missioni internazionali.
Le spese finali del Ministero della difesa autorizzate dalla legge di bilancio (LDB – Legge 29 dicembre 2022, n. 197 ) per il 2023 sono pari a 27.748,5 milioni di euro, in termini di competenza, e rappresentano circa il 3 per cento delle spese finali del bilancio dello Stato. Tali spese ammontanto a circa l’,1,54 del Pil italiano.
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